pater familias

2.2.2. Il procedimento di sostituzione del tutore.
Consideriamo ora più da vicino l’uso della coemptio per
sostituire il tutore.
Gaio descrive dettagliatamente la complessa procedura 380
tramite la quale avveniva la sostituzione del tutore:
Gai. 1,115: Quod est tale: si qua velit quos habet
tutores deponere et alium nancisci, illis tutoribus
auctoribus coemptionem facit; deinde a
coemptionatore remancipata ei, cui ipsa velit, et ab eo
vindicta manumissa, incipit eum habere tutorem, a quo
manumissa est; qui tutor fiduciarius dicitur, sicut
inferius apparebit.
Subito si presenta una difficoltà: la donna sui iuris, per
porre in essere la coemptio, aveva bisogno del consenso
dei tutori che voleva destituire. Gaio, nel frammento in
esame, espone la fattispecie della donna con più tutori: si
sa che l’unico caso in cui una mulier poteva avere più di
un tutore contemporaneamente era quello in cui era
sottoposta al controllo degli agnati o, se liberta, dei figli
del patrono 381 . Tuttavia anche se, in teoria, la donna
380 Il meccanismo ricorda quello dell’emancipazione, che,
probabilmente, fu preso a modello. Cfr. SCHERILLO G., v.
Coemptio, cit., 417; ASTOLFI R., Il matrimonio nel diritto romano
preclassico, cit., 262.
381 Per MARTINI R.(, “Coemptio fiduciae causa” e “senes
coemptionales”, in Studi in onore di A. Biscardi, Milano 1982, II,
172) l’espressione coemptio fiduciaria tutelae evitandae causa
sembra riferirsi a una tutela che costituiva un peso per la mulier,
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