pater familias

moglie e marito, anche in caso di coemptio fiduciaria.
L’opinione di Messina 394 è che l’acquisto dei beni da parte
del coemptionator avvenisse solo nell’ipotesi di coemptio
matrimonii causa, essendo Gaio stesso ad affermarlo al
paragrafo 98 del libro secondo delle sue Istituzioni;
secondo l’autrice, Gaio in 3,83 è, semplicemente, meno
preciso. Parte della dottrina 395 , invece, pur avendo dato
rilevanza alla sottile differenza di contenuto dei paragrafi
gaiani in esame, non ha optato per un’interpretazione
restrittiva delle fonti. In effetti può darsi che Gaio, nel
descrivere i casi di acquisto dei beni mortis causa ed inter
vivos in Inst. 2,98 non abbia considerato che la conventio
in manum poteva avvenire anche a scopo fiduciario:
sarebbe stato senz’altro più preciso scrivere sive quam in
manum ut uxorem < vel fiduciae causa > receperimus.
A mio parere l’unica differenza fra la coemptio cum marito
e quella cum extraneo, consisteva nella posizione di loco
filiae che era tipica solo della uxor in manu, in quanto
entrava a far parte della famiglia del marito; tuttavia la
successione del patrimonio muliebre si verificava anche in
capo al coemptionator extraneus. Dopotutto si deve tener
conto del fatto che anche la donna conventa in manum
fiduciae causa sarebbe stata, pur se per breve tempo,
alieni iuris, condizione che le impediva di essere titolare
del suo patrimonio: é logico pensare che i suoi beni non
restassero vacanti, ma fossero affidati al coemptionator,
marito o extraneus che fosse, come accadeva nella
coemptio matrimonii causa. La donna cadeva,
394
MESSINA, “ Coemptio sacrorum interimendorum causa”, cit.,
420 s.
395
GAUDEMET, Observations sur la manus, cit., 337 s.;
VOLTERRA, Nuove ricerche sulla conventio in manum, cit., 311
s. ( = Scritti, III, 63 s.).
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