pater familias

della punizione di una specie di intestina congiura 340 , la cui
natura è specificata nei capitoli successivi. Si tratta della
repressione dei Baccanali in seguito ai provvedimenti
attuati dai magistrati e dal Senato, dopo che il console
Postumio, su denuncia del giovane Publio Ebuzio, figlio di
un cavaliere, e di Ispala Fecenia, una cortigiana libertina,
venne a conoscenza dei delitti e delle frodi compiute
durante i riti dagli adepti di Bacco presso il bosco di
Stimula. Ad Ispala, fra i premi ottenuti per aver denunciato
i misfatti compiuti durante questi riti, fu riconosciuta,
anche, la tutoris optio come se le fosse stata concessa da
un ipotetico marito 341 . Se la testimonianza di Livio è
attendibile, l’introduzione dello ius tutoris optandi sarebbe
da collocare all’inizio del II secolo a.C. 342 . Tuttavia non
tutti in dottrina credono alla veridicità dei fatti esposti da
Livio; alcuni autori ravvisano nella vicenda di Ebuzio ed
Ispala contorni romanzeschi e non la narrazione di un vero
episodio di vita 343 . Se così fosse la testimonianza liviana
non avrebbe alcun valore nemmeno ai nostri fini. Ritengo,
quindi, opportuno analizzare più nello specifico quanto
scritto da Tito Livio, partendo dal riassunto delle pagine
340 TITUS LIVIUS, Ab urbe condita, XXXIX, 8: Insequens annus
Sp. Postumium Albinum et Q. Marcium Philippum consules…ad
intestinae conjurationis vindictam avertit. … Consulibus ambobus
questio de clandestinis conjurationibus decreta est.
341 TITUS LIVIUS, Ab urbe condita, XXXIX, 19. Vd. infra p.153
ss.
342 Cfr. ZANNINI P., Studi sulla tutela, II, cit., 83; FAYER C., La
familia romana, cit., 556.
343 L’episodio ha un carattere troppo romanzesco per essere
considerato come storico ad avviso di HELBIG W., Due
bassorilievi etruschi, in Annali dell’istituto di corrispondenza
archeologica- Deutsches Archäologisches institut 36 (1864), p.41;
così, più recentemente, GALLINI C., Protesta e integrazione nella
Roma antica, Bari 1970, 32 s.
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