pater familias

semplicemente, considerando che gli autori delle
rappresentazioni sceniche si ispiravano ad episodi reali per
poi enfatizzarli, anche con lo scopo di far immedesimare
gli spettatori. In quell’epoca storica era usuale a Roma che
i giovani intrecciassero relazioni amorose con delle
cortigiane liberte e l’episodio del tentato inganno ai danni
di Ebuzio è molto verosimile. La descrizione della
denuncia costituisce un antefatto e, quindi, lo storico, nel
caso in cui non avesse avuto i nomi degli informatori del
console Postumio, si sarebbe senz’altro limitato a riferire
le decisioni prese dai consoli e dal Senato; la narrazione
della vicenda, in effetti, sarebbe risultata comunque
completa. La veridicità dei fatti tramandati da Tito Livio è
confermata anche dall’esistenza delle gentes Aebutia e
Duronia e dalle informazioni su un certo Caio Sempronio
Rutilo, tribuno della plebe negli anni appena precedenti
alla vicenda in oggetto, che potrebbe essere il fratello del
patrigno di Ebuzio 359 .
Livio, inoltre, come si è potuto notare nelle pagine
precedenti, nel testo fa riferimento a provvedimenti
legislativi e giurisdizionali non solo in merito alle indagini,
alle condanne e alla repressione del culto, ma riferisce
anche di un senatoconsulto confermato da un plebiscito
avente ad oggetto i premi a beneficio di Publio Ebuzio e
Ispala Fecenia. Tali privilegi e immunità sono elencati da
Livio con molta precisione, si tratta di un elemento in più a
favore della sua attendibilità 360 .
359 Cfr. più approfonditamente GALLINI C., Protesta e
integrazione nella Roma antica, cit., 33 s. L’autrice, pur credendo
che il racconto liviano sia romanzato, raccoglie indizi a
dimostrazione dell’attendibilità della nostra fonte.
360 Così HERRMANN C., Le rôle judiciaire et politique des
femmes sous la République ròmaine cit., 76.
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