pater familias

un impubes era la liberta 621 , come si evince chiaramente
dal contenuto dei passi citati, mentre tutte le mulieres
potevano essere svantaggiate dall’affiancamento di un
tutore incapace d’agire ma per ragioni diverse dall’età
pupillare ed anche per cause sopravvenute dopo l’inizio
della tutela. Un secondo senatoconsulto, infatti, estese il
provvedimento augusteo anche ai tutori pazzi o muti, come
spiegato sempre da Gaio e Ulpiano:
Gai. 1,180: Item si qua in tutela legitima furiosi aut
muti sit, permittitur ei senatusconsulto dotis
constituendae gratia tutorem petere.
Tit. ex corp. Ulp. 11,21: Praeterea etiam in locum muti
furiosive tutoris alterum dandum esse tutorem ad
dotem constituendam, senatus censuit.
La donna poteva incontrare dei problemi anche se il suo
tutor era capax: infatti, quando accadeva che il tutore fosse
assente, quindi lontano dal luogo in cui la donna si trovava
e voleva realizzare un determinato atto, la mulier si doveva
rassegnare a non poter agire. Gaio e Ulpiano riferiscono di
un senatoconsulto, anch’esso, presumibilmente, appena
successivo all’emanazione della lex Iulia de maritandis
ordinibus 622 , che permise alle donne di chiedere un tutore
che sostituisse l’absens:
Gai. 1,173: Praeterea senatusconsulto mulieribus
permissum est in absentis tutoris locum alium petere.
621 TALAMANCA M., Istituzioni, cit., 170.
622 Citata sia da Gai. 1,178 che da Tit. ex corp. Ulp. 11,20. Vd.
supra.
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