pater familias

Pudentilla era, pure, amministratrice fiduciaria di un
lascito destinato dall’avo paterno ai figli: era riuscita, con
la consueta avvedutezza nel gestire gli affari, anche ad
incrementare tale patrimonio oltre che a preservarlo 685 .
Subito dopo il matrimonio, Apuleio la esortò con
insistenza, con il fine di ristabilire la concordia fra madre e
figli, contrari alle nozze, a consegnare loro il legato, oltre
a donare loro, come anticipo sulla successione, per
rassicurarli sulle loro aspettative ereditarie, numerosi e
fertili poderi, coltivati con grano, orzo, vite e olivi, capi di
bestiame, una domus urbana 686 , derrate alimentari e 400
schiavi 687 . I figli contavano sulle ricchezze materne, perché
l’eredità del nonno era esigua 688 . Per le nozze di Ponziano
e la cerimonia per la toga virile di Pudente, la madre aveva
previsto regalie pari a 50.000 sesterzi per la popolazione
di Oea 689 . Probabilmente fu lei ad accordarsi con Rufino, il
padre della moglie di Ponziano in merito alla dote di
400.000 sesterzi, per la quale il suocero si indebitò 690 .
Pudentilla era, quindi, molto esperta nella gestione degli
affari e salvaguardava abilmente i propri interessi e quelli
dei figli. La sua abilità non era comune a tutte le donne ma
nemmeno propria di ogni uomo. La testimonianza di
Apuleio conferma l’asserzione di Gaio, suo
685 Apol., 70.6.
686 Non si può stabilire se si trattasse della casa dove aveva abitato
con i figli. Pudente aveva scacciato, con la complicità di alcuni
amici, la madre dalla casa donatagli Cfr. Apol., 100.4.
687 Apol., 93.4. Il primogenito morì prematuramente, quindi la sua
quota tornò alla madre.
688 Apol., 71.5.
689 Apol., 87.10.
690 Apol., 92.2.
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