pater familias

stabilì che il terzo a cui la donna aveva alienato una res
mancipi sine tutoris auctoritate o che aveva ricevuto
scientemente quella di un falso tutore, visto che la donna
poteva alienare liberamente il possesso, otteneva i frutti
della cosa, secondo alcuni giuristi pro emptore, secondo
altri pro possessore 174 . Giuliano, infine, ammise l’usucapio
ex Rutiliana constitutione della res mancipi nel caso in cui
l’acquirente avesse pagato il prezzo, a meno che la donna,
interrompendo il termine, non offrisse di restituire la
somma 175 .
Erano sottoposte al controllo dei tutori anche la conventio
in manum, nella forma della coemptio 176 , dato che
provocava la rottura dei legami agnatizi e gentilizi con la
conseguente perdita dei diritti ereditari ab intestato 177 , la
costituzione di dote 178 , perché poteva essere composta da
Così Fr. Vat. 1: Qui a muliere sine tutoris auctoritate sciens rem
mancipi emit vel falso tutore auctore quem sciit non esse, non
videtur bona fide emisse; itaque et veteres putant et Sabinus et
Cassius scribunt. Labeo quidem putabat nec pro emptore eum
possidere, sed pro possessore, Proculus et Celsus pro emptore,
quod est verius: nam et fructus suos facit, quia scilicet voluntate
dominae percipit et mulier sine tutoris auctoritate possessionem
alienare potest. Iulianus propter Rutilianam constitutionem eum,
qui pretium mulieri dedisset, etiam usucapere et si ante
usucapionem offerat mulier pecuniam, desinere eum usucapere.
174 MELILLO G., Personae e status in Roma antica, Napoli 2006,
135.
175 PEROZZI S., Istituzioni di diritto romano, I, cit., 511 nt. 5.
176 Gai.,1,115 e Gai.1,195a. Un accenno in Cic., pro Flacco, 84.
177 Vd. più approfonditamente infra cap. 3 § 2.2. e § 3 in tema di
coemptiones fiduciariae.
178 Gai. 1,178 e 180. Cfr. anche Tit. ex corp.Ulp. 11,20 e 21. Vd.
infra cap. 4 § 2 dove si analizzeranno queste fonti in merito alla
sostituzione del tutore incapace o assente prevista nel I sec. d.C..
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