pater familias

D.1,5,12 (Paulus, libro nono decimo responsorum):
Septimo mense nasci perfectum partum iam receptum
est propter auctoritatem doctissimi viri Hippocratis: et
ideo credendum est eum, qui ex iustis nuptiis septimo
mense natus est, iustum filium esse.
Sempre nel Digesto, anche Ulpiano riprende in esame il
concetto di nato iusti (= pleni) temporis aderendo allo
stesso principio:
D.38,16,3,12 (Ulpianus, libro quarto decimo ad
Sabinum): De eo autem, qui centensimo octogensimo
secundo die natus est, Hippocrates scripsit et divus
Pius pontificibus rescripsit iusto tempore videri natum,
nec videri in servitutem conceptum, cum mater ipsius
ante centensimum octogensimum secundum diem esset
manumissa.
Ulpiano precisa qui che deve considerarsi maturo colui che
è nato al 182esimo giorno dal concepimento, secondo
l’insegnamento di Ippocrate confermato da un rescritto di
Antonino Pio: il figlio sarebbe stato di condizione libera,
se la madre fosse stata manomessa almeno 182 giorni
prima della sua nascita.
Chi veniva alla luce prima del settimo mese di gestazione,
invece, non era da considerarsi persona, perché destinato a
morire; quindi, si deduce che non si procedesse nemmeno
all’imposizione del nome e alla successiva certificazione
pubblica della nascita.
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