pater familias

Gai.1,115a:…sed hanc necessitatem coemptionis
faciendae ex auctoritate divi Hadriani senatus remisit.
Da quel momento, come specificato nei seguenti paragrafi
gaiani, le donne ebbero la facoltà di testare tutore auctore
senza ulteriori condizioni. Anzi, Gaio ci informa che
nemmeno questo requisito fu necessario alla validità iure
civili del testamento nel caso in cui la donna fosse stata
liberata dalla tutela:
Gai. 2,112: Ex auctoritate divi Hadriani senatus
consultum factum est, quo permissum est sui iuris
feminis etiam sine coemptione testamentum facere, si
modo non minores essent annorum XII, scilicet ut quae
tutela liberatae non essent, tutore auctore testari
deberent.
Ulpiano conferma, in sintesi, il regime descritto da Gaio
anche per il secolo successivo:
Tit. ex corp. Ulp. XX,15: Feminae post duodecimum
annum aetatis testamenta facere possunt, tutore
auctore, donec in tutela sunt.
La donna fu avvantaggiata dalla notevole semplificazione
delle formalità necessarie per redigere un valido
testamento, il che le consentì di poter disporre dei propri
beni mortis causa senza uscire dalla propria familia, in
modo da non dover rinunciare alle proprie aspettative
successorie nei confronti degli agnati. Bisogna tener
presente che già da un secolo le donne potevano testare
senza difficoltà grazie all’abolizione della tutela agnatizia
193