pater familias

6. La laudatio Turiae e la tutela.
La Laudatio funebris quae dicitur Turiae 504 , databile,
secondo la communis opinio, fra l’8 e il 2 a.C. 505 , non è
un’epigrafe convenzionale; il suo lunghissimo, anche se
mutilo, contenuto è stato oggetto di minuzioso studio
filologico ma anche storico e romanistico, poiché la prima
lastra dell’iscrizione contiene elementi di notevole
interesse giuridico, che hanno dato luogo a non poche
ipotesi interpretative.
Il laudator, marito della defunta uxor, accenna anche al
tema della tutela muliebre nel contesto della narrazione
delle vicende inerenti alla successione testamentaria
apertasi dopo la morte del padre di lei, perciò la sua
testimonianza consente un’indagine anche in merito a
questo istituto.
Non è possibile dare un nome ai due coniugi 506 , ma questa
lacuna non deve turbare, poiché, in effetti, non ostacola
504 Pubblicata da MOMMSEN in Corpus Inscriptionum Latinarum.,
VI, Berlin (1863-1959), nn. 1527, 31670, 37053; da DESSAU H.,
Inscriptiones Latinae Selectae, Berlin 1892-1916, v. II, ed. 2, n.
8393, da BRUNS in Fontes iuris romani antiqui, I. Leges et
negotia, ed.7, Tubingae 1909, n.126 e da ARANGIO-RUIZ V.,
FIRA, III. Negotia ed.2, cit., n.69.
505 Il dedicante e la defunta non erano ancora sposati nel 49 a.C.,
ma sicuramente lo furono a partire dal 43 a.C.; l’epitaffio è databile
fra l’8 e il 2 a.C., perché l’unione coniugale durò 41 anni come
riferito dal marito stesso alla l. 28 cfr. DURRY M., Éloge funèbre
d’une matrone romaine (éloge dit de Turia), 2 tirage, revu et
corrigé par Serge Lancel, Paris 1992, LIV.
506 Sono state formulate delle ipotesi in dottrina, prima fra tutte
quella difesa da MOMMSEN Th. (, Zwei Sepulcralreden aus der
Zeit August und Hadrians, in Abhandlungen der Königl. Akademie
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