pater familias

argomenti e a che titolo? Sono state date diverse
spiegazioni in dottrina a questo quesito.
La ricostruzione fattuale ipotizzata da Arangio Ruiz 533 si
fonda su un presunto vantaggio pecuniario che la soror
avrebbe guadagnato dalla rottura del testamento. Secondo
l’insigne studioso le due donne erano interessate a che
l’atto di ultima volontà paterna fosse dichiarato ruptum più
degli aspiranti alla tutela. Questo è senz’altro vero per
Turia, che sarebbe stata heres dell’intero asse ereditario e
non più solo pro quota. Arangio Ruiz crede che, venuto
meno il testamento, la pars che il padre aveva destinato
alla sorella tramite legato si sarebbe accresciuta da un
terzo alla metà e che lo scopo dei sobillatori fosse quello di
indurre le sorelle ad attaccare il testamento; sulla base di
questa congettura l’autore corregge l’impersonale
diceretur della l. 13 con diceretis. La posizione
dell’insigne Maestro non è stata accolta da Van Oven, il
quale ribatte che l’invalidità del testamento paterno
avrebbe provocato la caduta di tutte le disposizioni a titolo
particolare, fra cui anche il legato assegnato alla figlia
maggiore. La donna avrebbe tratto benefici economici solo
dall’esistenza e dall’attuazione delle disposizioni
testamentarie e non dalla loro eliminazione. L’autore
succitato fonda le sue critiche sul fatto che la moglie di
Caio Cluvio, uxor in manu mariti, non aveva più legami
giuridici con la famiglia d’origine, per questo, senza il
testamento, sarebbe stata expers omnium rerum (l.15); il
dedicante, in effetti, dopo averci informato della
conclusione positiva della vicenda, lodò la moglie anche
impugnato dalla sorella di Turia “perchè evidentemente fatto in
favore dei due fidanzati”.
533 ARANGIO-RUIZ V., Il caso giuridico della cosiddetta
“laudatio Turiae”, cit., 16 [= Studi, cit., 170].
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