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Per chiarire, è bene analizzare le altre fonti che considerano il ius consanguinitatis, partendo dalle Istituzioni imperiali che sono le uniche a riferirsi alla non meglio identificata media iurisprudentia. Le Istituzioni giustinianee, al libro terzo titolo secondo “De legitima agnatorum successione”, ricostruiscono la storia della capacità successoria delle donne: I.3,2,3: Ceterum inter masculos quidem adgnationis iure hereditas etiam longissimo gradu ultro citroque capitur. Quod ad feminas vero ita placebat, ut ipsae consanguinitatis iure tantum capiant hereditatem, si sorores sint, ulterius non capiant: masculi vero ad earum hereditates, etiam si longissimo gradu sint, admittantur. Qua de causa fratris tui aut patrui tui filiae vel amitae tuae hereditas ad te pertinet, tua vero ad illas non pertinebat. Quod ideo ita constitutum erat, quia commodius videbatur ita iura constitui, ut plerumque hereditates ad masculos confluerent. Sed quia sane iniquum erat in universum eas quasi extraneas repelli praetor eas ad bonorum possessionem admittit ea parte, qua proximitatis nomine bonorum possessionem pollicetur: ex qua parte ita scilicet admittuntur, si neque adgnatus ullus nec proximior cognatus interveniat. Questo paragrafo illustra l’antica illimitata capacità successoria prevista dal regime delle XII tavole, derogata da una successiva esclusione delle donne dallo ius agnationis: “placebat” che le stesse ereditassero solo dai fratelli e dalle sorelle in virtù della consanguineità; mentre restavano eredi delle donne, oltre ai consanguinei maschi e 209
femmine, anche gli agnati di sesso maschile dei gradi successivi 468 . La ragione della discriminazione è “quia commodius videbatur ita iura constitui, ut plerumque hereditates ad masculos confluerunt”. Le Istituzioni imperiali seguono il modello gaiano: Gai.3,14 (=Coll. 16.2.14): Quod ad feminas tamen attinet, in hoc iure aliud in ipsarum hereditatibus capiendis placuit, aliud in ceterorum bonis ab his capiendis. Nam feminarum hereditates proinde ad nos agnationis iure redeunt atque masculorum, nostrae vero hereditates ad feminas ultra consanguineorum gradum non pertinent. itaque soror fratri sororive legitima heres est, amita vero et fratris filia legitima heres esse non potest; sororis autem nobis loco est etiam mater aut noverca, quae per in manum conventionem apud patrem nostrum iura filiae nancta est. il giureconsulto, volendo, con ogni probabilità, esprimere l’iniquità del regime, significativamente, accenna allo ius consanguinitatis, frutto della prassi giurisprudenziale generalmente condivisa (placuit) 469 , riconosciuto alla 468 MELILLO G., Personae e status, cit., 70. Il quale, però, procedendo all’esegesi del paragrafo, ha visto l’ammissione delle donne solo alla successione delle sorelle ma non a quella dei fratelli. 469 MELILLO G., Personae e status, cit., 81. 210
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Diritto romano e diritti della anti
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CAPITOLO SECONDO FUNZIONE 1. Funzio
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4.3. Il ius tutoris dandi dei duovi
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perché ritengo che in essa si rive
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Per tali motivi, anche la tutela de
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propria tutela muliebre applicata a
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CAPITOLO PRIMO EPOCA ARCAICA E DECE
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Le fonti pervenuteci riconducono le
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mancanza di questi, i gentili 10 .
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di impedire la costituzione della m
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Flaccus quasi ad ipsum hereditas pe
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A mio parere, quindi, non si deve e
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Gai.1,165: Ex eadem lege XII tabula
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donna nei confonti della famiglia d
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Da sottolineare che, in questi prim
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interpretatione coangustatum est ve
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Altra parte della dottrina 48 prefe
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Da un altro punto di vista Sacchi h
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4. Natura originaria della tutela.
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ed eredità ab origine. Questa tesi
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medesimo, raffigura un quadro che n
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mancanza di fonti 68 , mantiene fer
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sarebbe, quindi, una parvenza resid
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dissolvendo per lasciare spazio ad
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muliebre o il conseguimento di un
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legittimo era irrinunciabile 87 . I
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particolarmente gravoso a causa del
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diritto, basato sulla sua aspettati
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posta in essere dall’erede post a
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È molto significativo che Gaio abb
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cui vogliamo verificare l’attendi
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liberorum loco sunt; si sui heredes
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L’Imperatore, anche nel Codex, me
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eni non uscivano dalla parentela ag
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5.2. Testamenti factio passiva. Se
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L’opinione dottrinale ad oggi pre
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che la mancipatio familiae sia stat
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…Communi iure familiam dicimus om
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itiene che, come il singolo coerede
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poteva anche non avvenire 152 , poi
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CAPITOLO SECONDO FUNZIONE 1. Funzio
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avesse compiuti i quattordici anni
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Inoltre aggiungo che se il tutore e
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putant hanc speciem dandi tutoris i
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stabilì che il terzo a cui la donn
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condizione libertina sarebbe stata
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mutuo passivo sine tutore auctore.
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potevano disporre del solo reddito
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dell’introduzione del testamentum
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pronunciate durante una fase prelim
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Un fenomeno storico peculiare al mo
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dell’errore di un compilatore pos
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Quanto al riferimento gaiano alle X
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emancipatione ac sine capitis minut
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La fanciulla destinata al sacerdozi
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sembra, sarebbe stata libera dalla
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d.C.: levitas animi, imbecillitas f
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sia impuberi che puberi. Si riporta
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Il giurista motiva l’esclusione d
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senno e di carattere, che faceva di
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mulier. Tale aiuto poteva far comod
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D.26,2,1pr.(Gaius, libro duodecimo
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Monaco 272 , sulla base dell’anal
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forme di tutela, come ad un unico i
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CAPITOLO TERZO MEDIA E TARDA REPUBB
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I giuristi sopracitati spiegano che
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Se il patrono o il filius patroni,
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Solazzi 288 ha sostenuto che la nec
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quo minus cum eo agatur, cogi eum a
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la sua intenzione sarebbe stata que
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fonti riguardanti la tutela decreta
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Biondi 309 , a mio avviso giustamen
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consenso agli atti che la stessa vo
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Il fatto che, ormai, la donna, attr
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tutorem optare vel in omnes res vel
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l’unico motivo della ristretta ap
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potrebbe ribattere che pure la dati
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Gaio spiega che, se l’optio era a
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frammento in esame: res si può tra
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su richiesta della donna, tramite d
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della punizione di una specie di in
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ifiutatosi di obbedire alla madre e
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culto 348 . Il senato e i magistrat
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permesso di sposare un ingenuus e c
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ischio di una vendetta privata, ma
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Van Oven 575 esprime scetticismo in
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patrimonio , come conseguenza della
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CAPITOLO QUARTO PERIODO CLASSICO E
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filius quidem desinit habere tutore
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Gaio e i Tit. Ulp. non fanno alcun
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conteggiare, ai fini del ius libero
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Sentenze, sostiene che i nati morti
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1.1.4. Il nominum dies e la profess
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generale e organico, pensando che l
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1.2. Casi controversi. 1.2.1. Il pa
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1.2.2. Partum mostruosum vel porten
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“epurando” il testo dai riferim
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concessione graziosa, la sola perdi
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2. La sostituzione del tutore incap
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un impubes era la liberta 621 , com
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poteva chiederne la sostituzione, c
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3. La lex Claudia e l’abolizione
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interessate dalla norma, perché er
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in relazione con un SC emanato da C
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“Il fratello e lo zio non ricusin
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I capitoli della lex Irnitana che t
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4.2. Manumissio tutore auctore. Il
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aveva un tutor o ci fossero stati d
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avanzare tale richiesta. Mi pare ch
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Non è dato di sapere quali siano i
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5. Critica gaiana alla giustificazi
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un glossatore postclassico, il qual
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in luce da Zannini, scorgendo in qu
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Pudentilla era, pure, amministratri
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6. La madre tutrice e la scomparsa
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donne non fossero più considerate
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administrationis non habebat: ideoq
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essere tutrice della prole: una con
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il divieto previsto per le donne ch
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prerogativa agnatizia, la loro chia
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corretto contrapporre per le origin
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GAI INSTITUTIONES 1,99 59 nt.136 1,
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3,171 78 nt.181; 80 nt.188 LEX COLO
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CODEX B. FONTI GIUSTINIANEE 4,29,5
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APPIANUS de bello civili 2. FONTI L
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GELLIUS Noctes Atticae I,12,1 97 nt
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Controversiae I,6,5 101 nt. 243 SVE
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SANDERS H.A., Appointment of a Guar
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ID., Istituzioni di diritto romano,
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BUCKLAND W.W., A tex-book of roman
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ID., La curatelle et l’interdicti
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GIDE P., Étude sur la condition pr
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IMPALLOMENI G., In tema di vitalit
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LONGO G., Diritto romano. III. Diri
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PEPPE L., Posizione giuridica e ruo
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SIGNORINI R., Adsignare libertum. L
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VAN OVEN J. C., Laudatio Turiae, 1.
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ZIMMERN S.W., Geshichte des römisc
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