pater familias

uomini 517 , probabilmente non parenti di Turia ma suoi
omonimi 518 , che si presentarono come appartenenti alla sua
gens 519 e tentarono di convincerla a far valere la rottura
agnatione postumae del testamento paterno, a cui sarebbe
seguita la necessaria apertura della successione legittima in
suo esclusivo favore, essendo unica heres sua. Lo scopo
della strategia suesposta, alla cui realizzazione i presunti
gentiles 520 ambivano, era l’esclusione del fidanzato e della
sorella da ogni beneficio ereditario, non avendo gli stessi
alcun diritto a succedere ab intestato. La nullità del
testamento si sarebbe estesa anche alle disposizioni a titolo
particolare in esso contenute, quindi sarebbe venuta meno
anche la designazione del tutore testamentario e, in questo
modo, la donna, proprietaria dell’intero patrimonio avito e
priva di agnati, sarebbe ricaduta sotto il controllo dei
gentili stessi, i quali sarebbero stati suoi tutori ed eredi
517 Che pretendevano di essere agnati o gentili per ACCARIAS C.,
Précis de droit romain, cit., 425 nt.1. TALAMANCA M.,(
L’acquisto dell’eredità da parte dei gentiles in XII tab. 5.5, in
Mèlanges A. Magdelain (1998) 475 nt. 19), giustamente, sottolinea
che tali uomini non possono aver fatto valere la loro qualità di
adgnati, perché, in tal caso, non si spiegherebbero le circostanze,
su cui, nell’epigrafe, si fonda il difetto di legittimazione dei pretesi
tutori, relative al fatto che la famiglia di Turia non fosse ordinata in
gens e che qui intenderent non appartenessero alla stessa gens.
518 STORONI MAZZOLANI L., Una moglie, cit., 27.
519 Vd. ll. 14 – 15 e ll. 21 e 24.
520 ARANGIO- RUIZ V., nel suo contributo (Il caso giuridico della
cosiddetta “laudatio Turiae”, cit., 10 ss.[= Studi, cit., 166ss.]), è
l’unico autore che fa riferimento ad un singolo gentile, ma, dal
testo dell’epigrafe si evince che coloro che pretendevano di essere
tutori legittimi di Turia erano più d’uno; come osservato da
TALAMANCA M. L’acquisto dell’eredità da parte dei gentiles in
XII tab. 5.5, cit., 476 nt.120.
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