pater familias

tutores. Sed postea lex Claudia lata est, quae quod ad
feminas attinet, tales tutelas sustulit; itaque masculus
quidem inpubes fratrem puberem aut patruum habet
tutorem, femina vero talem habere tutorem non potest.
Il giureconsulto segnala l’origine decemvirale
dell’affidamento della tutela agli agnati, ma, dopo aver
annunciato la sua abrogazione per le feminae ad opera di
Claudio, non fa nessun accenno alla tutela dei gentili,
anch’essa espressamente prevista dalle XII tavole in
mancanza di agnati 631 . Il giureconsulto prosegue,
specificando che i maschi impuberi continuavano ad avere
come tutori i fratelli puberi e gli zii, mentre le femmine
non potevano più essere tutelate dai parenti prossimi.
Quindi pare che Claudio abbia voluto abolire la tutela
agnatizia anche per le minori di 12 anni; la romanistica,
anche di recente, senza soffermarsi troppo ad esaminare
questo problema, sostiene che la norma in esame fosse
rivolta solo ai tutori delle donne ingenuae perfectae
aetatis 632 . Melillo accenna solo incidentalmente alla
questione 633 . La dottrina, in effetti, ha, convenzionalmente,
dato alla norma il titolo lex Claudia de tutela mulierum.
Occorre tuttavia osservare che il tutore della pupilla
sarebbe poi, automaticamente, divenuto il suo tutor anche
in età adulta; quindi Claudio deve aver abrogato la tutela
agnatizia per le donne sia puberi che impuberi.
Ovviamente erano solo le donne ingenuae ad essere
631 ZANNINI P., Studi sulla tutela, I, cit., p.5 nt.7.
632 MELILLO G., Personae e status in Roma antica, cit., 101 ss.;
BURDESE A., Recensioni e commenti. Sessant’anni di letture
romanistiche, Padova 2010, 590 ss.
633 MELILLO G., Personae e status in Roma antica, cit., 115.
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