pater familias

2. Il tutore scelto dalla donna.
Un ulteriore elemento che intervenne ad alleggerire il peso
della tutela sulla donna è rappresentato dalla facoltà di
scegliere il proprio tutore. Questa facoltà, data, come si
vedrà, dal marito o dai tutori della donna, è stata vista,
dall’unanime dottrina, come un segno evidente del
decadimento della tutela muliebre. Poiché l’istituto non
rispondeva più alle necessità familiari e sociali, la
giurisprudenza seppe adattare il diritto antico alle nuove
esigenze di vita 316 .
Cicerone, strenuo difensore del ius civile, aveva
aspramente criticato l’operato della giurisprudenza anche
su questo punto nella celebre invettiva contro i
giureconsulti, accusati di aver distorto e calpestato gli
antichi principi, che si legge nel paragrafo 12.27
dell’orazione Pro Murena:
Nam, cum permulta praeclare legibus essent
constituta, ea iure consultorum ingeniis pleraque
corrupta ac depravata sunt. Mulieres omnes, propter
infirmitatem consilii, maiores in tutorum potestate esse
voluerunt: Hi invenerunt genera tutorum, quae
potestate mulierum continerentur 317 .
316
SCHUPFER, La famiglia secondo il diritto romano, I, Padova
1876, 111 s.
317
Trad. Infatti, se, molto spesso, erano state fissate dalle leggi
ottime norme, esse sono state in gran parte corrotte e falsificate
dalle invenzioni dei giureconsulti. Gli antichi vollero che tutte le
donne, a causa della loro debolezza d’animo, fossero sottoposte al
controllo dei tutori. I giureconsulti hanno escogitato delle tipologie
di tutori che si trovano in potere delle donne.
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