pater familias

dicundo del suo municipio, chiedendo che nominasse
tutore l’uomo da lei indicato. Era necessario per la
procedura de quo che il magistrato, il quale aveva ricevuto
la richiesta, avesse uno o più colleghi nel suo municipio,
perché la datio tutoris doveva essere preceduta da una fase
collegiale obbligatoria 652 : solo se vi era il parere
favorevole di tutti i colleghi, il duoviro, esaminata la
questione, qualora lo ritenesse opportuno, avrebbe dato
come tutore colui che la donna aveva proposto.
4.3.2. Il procedimento ex decreto decurionum.
Questa procedura costituiva l’eccezione rispetto al
procedimento previsto alle ll. 23-28, detto “ex decreto
decurionum”. Tale procedura era più rigorosa (ll. 25-29): il
duoviro, entro 10 giorni dalla richiesta, post decretum
decurionum, votato dalla curia a maggioranza qualificata,
nominava tutore colui che gli era stato segnalato, dopo
aver verificato che la tutela non spettasse a un tutore
legittimo.
Questo procedimento si applicava in tutti i casi diversi da
quello delle ll. 17-22: se la tutela mulierum era richiesta al
magistrato collega absente e se ad essere senza tutore
erano un pupillo o una pupilla. Mainino 653 specifica che il
tutore doveva essere dato ex decreto decurionum
all’impubere anche se la richiesta era stata presentata
direttamente dall’incapace, dimostrando sulla base di altre
fonti, anche provinciali, che il pupillo non infans poteva
652
MAININO G., Riflessioni intorno al caput XXIX, cit., 380 e
385.
653
MAININO G., Riflessioni intorno al caput XXIX, cit., 387.
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