pater familias

essendo stata emancipata dal pater con la collaborazione di
Cluvio, che sarebbe divenuto tutore fiduciario 548 della
moglie munita di una cospicua dote.
6.2. Effetti del testamento paterno sulla tutela della figlia.
Un aspetto il cui chiarimento è ancor più necessario ai
nostri fini è quello che interessa le ragioni per cui la
protagonista dell’epigrafe, una volta divenuta sui iuris, non
fu sottoposta a tutela legittima. Due teorie contrapposte
sono state mosse al riguardo in dottrina. Partiamo dalla tesi
il cui primo esponente fu Accarias 549 , la quale afferma che
la donna istituita erede nel testamento dal pater familias
fosse esentata dalla tutela. Per lo studioso succitato le sole
donne ad essere sottoposte alla tutela legittima erano
quelle che avevano raccolto l’eredità ab intestato
dell’ascendente la cui morte le aveva rese sui iuris.
Accarias sa che nessuna fonte riporta esplicitamente questa
sarebbe spettata a Cluvio, quale avente potestà sulla moglie
incapace. Si concorda con Piro, la quale ritiene improbabile tale
circostanza, considerando la sentita partecipazione attiva della
sorella nelle vicende narrate, l’utilizzo delle espressioni pietas “in
sororem” e partitio“cum sorore” da parte del laudator e il
coinvolgimento della sorella nella disputa sulla validità del
testamento come forti indizi in tal senso.
548 ASTOLFI R.(, Il matrimonio nel diritto romano preclassico,
cit., 98) crede che sia Turia (ll. 37- 38- 39, ll. 46 s.) che la sorella (
l. 16 e ll. 46 s.) avessero come tutori fiduciari i rispettivi mariti e
che, probabilmente, essi assunsero tale ruolo dopo averle
coemptae, liberate dalla manus e aver loro restituito il patrimonio
acquisito fiduciariamente con la coemptio.
549 ACCARIAS C., Prècis de droit romain, cit., 423 e 424.
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