pater familias

La dottrina si è interrogata in merito alla coemptio fiduciae
causa col marito.
Solazzi 371 pensa che la coemptio fiduciaria cum viro suo
sia l’invenzione di un glossatore postclassico e, quindi,
crede che la donna potesse essere coempta per cause
diverse da quella matrimoniale solo da un estraneo. La
comune dottrina 372 , giustamente, non concorda con
l’opinione dell’autore e, pur ammettendo che il frammento
gaiano in esame non è un esempio di linearità e correttezza
sintattica, considera ormai superata la tesi di Solazzi.
Peraltro ritengo verosimile che le donne sui iuris sposate
sine manu, che volessero essere conventae in manum per
scopi fiduciari, scegliessero spesso il marito come
coemptionator 373 , se si considera la fiducia che,
generalmente, i coniugi riponevano l’uno nell’altro. In
effetti, come si vedrà fra poco, la mulier doveva essere
certa che il coemptionator la liberasse dalla manus
costituitasi.
Inoltre, si deve tenere conto del fatto che la condizione
personale della donna coempta fiduciae causa da suo
marito sarebbe stata diversa da quella della mulier con
coemptionator extraneus; in effetti, come specificato da
Gaio nel paragrafo riportato qui di seguito, solo la moglie
371
SOLAZZI S., Glosse a Gaio, I, cit., 150 ss. (= Scritti, VI, cit.,
227 ss.).
372
ERBE W.W., Die fiduzia im Römischen Recht, Weimar 1940,
106 nt.3 e 167 ss.; GAUDEMET, Observations sur la manus, in
RIDA 2 (1953), 336 nt.73; VOLTERRA; Nuove ricerche sulla
conventio in manum, cit., 331 nt. 138 (= Scritti, III, 83); ZANNINI
P., Gaio “antifemminista”?, cit., 305 nt.14; MESSINA L., “
Coemptio sacrorum interimendorum causa” e “coemptiones
fiduciariae”, in Studi Sanfilippo, VII ( Catania 1987), 423 ss.
373
Cfr. anche ASTOLFI R., Il matrimonio nel diritto romano
preclassico, cit., 266.
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