pater familias

egli pensa che questa fosse la ragione più frequente, già
anticamente, dell’emancipazione femminile.
Si può quindi concludere che la coempta a scopo fiduciario
e l’emancipata uscivano dalla famiglia d’appartenenza
come conseguenza della mancipatio e che, allo stesso
modo, la fanciulla deducta in atrium Vestae vedeva recisi i
legami agnatizi con la sua familia dopo la captio da parte
del pontifex maximus.
Si può presumere che anche la donna liberata dalla
manus 424 dal marito tramite remancipatio presso un terzo,
la quale diveniva sui iuris in seguito a manumissio 425 ,
potesse testare con l’affiancamento del tutor fiduciarius.
Tutto quanto sopra esposto dimostra che l’unica
innovazione giurisprudenziale è stata quella di applicare il
già esistente istituto della coemptio per scopi diversi dal
matrimonio e di farla seguire dalla remancipatio e dalla
manumissio vindicta, con lo scopo di ottenere gli effetti
che erano già propri della liberazione dalla patria potestas
o dalla manus 426 .
Occupiamoci ora delle donne che, oltre alle Vestali, non
dovevano subire alcuna capitis deminutio per testare tutore
auctore, nè attraverso coemptio testamenti f.g. né
attraverso l’iter emancipatorio.
424 MESSINA L., “ Coemptio sacrorum interimendorum causa” e
“coemptiones fiduciariae”, cit., 430; ASTOLFI R., Il matrimonio
nel diritto romano preclassico, cit., 271s.
425 Gai.1,137… Desinunt in manu esse; et si ex ea mancipatione
manumissae fuerint, sui iuris efficiuntur. Vd. anche il caso di Gai.
1,137a analizzato supra p.177s.
426 MESSINA L., “ Coemptio sacrorum interimendorum causa”,
cit., 430.
188