pater familias

invece, da attestazioni papirologiche egiziane del II sec.
d.C. e della metà del III sec. d.C. 293 .
I testi 294 hanno una struttura pressoché analoga: la mulier,
presentando la sua richiesta in forma scritta, proponeva già
un aspirante tutore al prefetto d’Egitto, ai sensi della lex
Iulia e Titia, mentre il candidato, per prestare il proprio
consenso a ricoprire il ruolo di tutor, doveva
semplicemente sottoscrivere la petitio muliebre 295 . A volte
la donna si avvaleva dell’aiuto di un uomo che scriveva
per lei perché analfabeta 296 . L’istanza poteva essere
presentata direttamente dalla mulier ma anche da un
terzo 297 , che, presumibilmente, poteva essere procurator
della donna o il tutore della stessa 298 : se fosse stato il tutor
293 Da sottolineare che nel 212 d.C. la Constitutio antoniniana,
conosciuta anche come Editto di Caracalla, concesse la cittadinanza
romana a tutti gli abitanti liberi dell’Impero.
294 Pap. Oxy. IV 720 del 247 d.C.. Vd. ARANGIO-RUIZ V.,
Fontes iuris romani anteiustiniani, parte III, Negotia, ed. 2, Firenze
1943, n. 24, 66 s. ; P. Oxy. XII 1466, del 21 maggio 245. Vd.
EVANS GRUBBS J., Women and the law in the roman empire: a
sourcebook on marriage, divorce and widowhood, London and
New York 2002, 36.
295 SOLAZZI S., Il consenso del “tutor mulieris” alla sua nomina
nei papiri e nei testi romani, cit., 168 s. (= Scritti II, cit., 413 s.);
BONFANTE P., Corso, I, cit., 560; CASADO CANDELAS M., La
tutela de la mujer en Roma, cit., 87 s.
296 Vd. P. Oxy. XII 1466.
297 Vd. SB III. 6223 del 198 d.C. in ARANGIO-RUIZ V., FIRA
parte III, Negotia, cit., n. 25, 68s.
298 Queste ipotesi appaiono entrambe verosimili ad ARANGIO-
RUIZ V., FIRA, cit., 68 s. Cfr. anche GARCIA GARRIDO M.,
Iustus tutor y legitimus tutor, in AHDE, XXV (1955), 840 nt.7;
CASADO CANDELAS M., La tutela de la mujer en Roma, cit.,
87. SOLAZZI S.(, Studi sulla tutela, II, cit., 25 (= Scritti, III, cit.,
143)), a tal proposito, ricorda che, come attestato da Fragm. Vat.
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