pater familias

interessate dalla norma, perché erano le uniche ad avere
agnati.
La tutela patronorum e dei parentes manumissores,
invece, erano rimaste in vigore, come attesta Gai. 1,192. Il
parens manumissor e il patrono erano eredi ma non agnati
della liberta e dell’emancipata. Queste tutele erano
estranee al contesto familiare.
Gai. 1,168, dopo aver segnalato che “era permesso” agli
agnati, ai patroni e ai manumissores cedere in iure la tutela
sulle donne, spiega che, per effetto della lex Claudia, era
venuto meno anche l’istituto della in iure cessio tutelae per
quanto riguarda gli agnati.
Gai. 1, 171: Sed quantum ad agnatos pertinet, nihil hoc
tempore de cessicia tutela quaeritur, cum agnatorum
tutelae in feminis lege Claudia sublatae sint.
Lo stesso si legge nell’epitome di Ulpiano con qualche
differenza:
Tit. ex corp. Ulp. 11,8: Quantum ad agnatos pertinet,
hodie cessicia tutela non procedit, quoniam permissum
erat in iure cedere tutelam feminarum tantum, non
etiam masculorum; feminarum autem legitimas tutelas
lex Claudia sustulit, excepta tutela patronorum.
Da quanto scritto in quest’ultimo passo pare che la lex
Claudia abbia abolito tutte le tutele legittime tranne quella
del patrono. La tutela patronale era necessaria al controllo
dell’ex dominus sulla liberta 634 e si poteva sacrificare solo
in nome di un interesse più alto come quello perseguito
dalla politica demografica augustea.
634 MELILLO G., Personae e status in Roma antica, cit., 109.
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