pater familias

filius quidem desinit habere tutorem, filia vero nihilo
minus in tutela permanet: tantum enim ex lege Iulia et
Papia Poppaea iure liberorum tutela liberantur
feminae. Loquimur autem exceptis virginibus
vestalibus, quas etiam veteres in honorem sacerdotii
liberas esse voluerunt: itaque etiam lege XII
Tabularum cautum est.
Le liberis honoratae erano le uniche mulieres a non essere
sottoposte a tutela oltre alle vestali. La scelta del verbo
“liberantur” forse preannuncia la successiva critica gaiana
alla ratio dell’istituto 585 .
Possiamo osservare come la concessione di questo
privilegio sia in contraddizione con quella debolezza
femminile, che tutti i giureconsulti, come osserva lo stesso
Gaio, richiamano a giustificazione dell’istituto; ci si
chiede, infatti, come l’esistenza dei figli potesse eliminare
la levitas animi delle loro madri e per quale ragione la
donna con tre figli non avesse bisogno di protezione a
differenza di quella che non era madre o aveva meno di tre
figli 586 .
585 Vd. Gai.1,190 infra § 5.
586 Cfr. HÖBENREICH E., Les femmes dans le droit romain, cit.,
46. Già SCHULZ F.(, Classical Roman Law, Oxford, 1951, 181s.)
ha sottolineato che, se veramente la tutela delle donne fosse stata
motivata dall’infirmitas sexus, il ius liberorum avrebbe costituito
uno svantaggio e non un premio, poiché non avrebbe potuto
rimuovere l’infirmitas. Cfr. anche ZANNINI P., Studi sulla tutela
mulierum, I, cit., 63, 69; ALBANESE, Le persone, cit., 348 s.
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