pater familias

assumeva la posizione di filia apud eum con il vantaggio
degli iura filiae, che consistevano nell’avere diritti
successori nei confronti del coemptionator per il periodo in
cui sarebbe stata nella sua manus 374 . Ne deriva che la
donna era considerata loco filiae dal diritto non in
conseguenza della conventio in manum ma per il fatto che
la coemptio, anche se non matrimonii causa, interveniva
fra moglie e marito 375 :
Gai. 1,115b: < Eam feminam quae fiduciae causa cum
extraneo coemptionem fecerit, filiae loco apud eum
non fieri; sed quae 376 > fiduciae causa cum viro suo
fecerit coemptionem, nihilo minus filiae loco incipit
esse: nam si omnino qualibet ex causa uxor in manu
viri sit, placuit eam filiae iura nancisci.
In tal modo, se il marito fosse morto prima di riuscire a
liberarla dalla manus, la donna, pur non vedendo realizzato
lo scopo prefissatasi con la coemptio fiduciaria, avrebbe
374 Per MONACO L.(, Hereditas e mulieres, cit., 183) è indizio
del lavoro giurisprudenziale il “placuit” presente nel frammento
gaiano in esame; ma mi pare più persuasiva, tuttavia, l’opinione di
ASTOLFI R.(, Il matrimonio nel diritto romano preclassico, cit.,
260), il quale ritiene che gli effetti della coemptio fra i coniugi
siano stati stabiliti inderogabilmente dal legislatore.
375 Cfr. GAUDEMET, Observations sur la manus, cit., 323 e 335
ss.; CANTARELLA E., Sui rapporti fra matrimonio e conventio in
manum,cit. , 221; VOLTERRA E., Nuove ricerche sulla conventio
in manum, cit., 331 ss. ( = Scritti, III, 83 ss.); MESSINA L., “
Coemptio sacrorum interimendorum causa”, cit., 428; FAYER C.,
La familia romana, II, cit., 259.
376 Questa integrazione è di KRÜGER (, Gai Institutiones, in
Collectio, I, ed. 4, 1899, 27) ed è stata accolta, comunemente, in
dottrina.
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