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216SAGGI E OPINIONIzioniste, ma) di integrazione sociale, idonee a consentire la regolarizzazionedei migranti( 82 ) ricorrendo invece sistematicamente alla misura dell’espulsione(83 ), che riproduce nei confronti del migrante la dinamica di segrega-gesellschaft – dei diritti sociali e delle condizioni di impiego; il lento ma inesorabile indebolimentodelle strutture assistenziali del Welfare State; l’incremento delle aree della marginalitàsociale e quindi dei flussi migratori, da ciò derivanti. All’accentuazione in senso autoritario-repressivodelle politiche migratorie sviluppatesi in questo contesto, hanno indubbiamentecontribuito in misura esponenziale la reazione politica mondiale agli eventi diGround Zero e la progressiva diffidenza nei confronti del migrante, assunto quale emblemadel nemico-criminale, di per sé temibile e pericoloso, irriducibilmente diverso, alien. Sottolineanoquest’aspetto ed in particolare il legame tra le politiche migratorie fortemente restrittive– attuate da Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, in conseguenza dell’11/9 e sovente nelquadro di una legislazione antiterroristica di stampo repressivo e sicuritario – e l’esigenza diconferma identitaria delle nazioni occidentali, rispetto (non solo ai Paesi islamici, ma soprattutto)alle minoranze etniche presenti sui loro territori, J.P. Allinne, Gouverner le crime.Les politiques criminelle françaises de la révolution au XXIe Siécle, Tome II, Paris, 2004,170 ss.; J. Angrand, Enfermement identitaire et conflit intrasociétal: conséquences sur le plande la sécurité internationale; A. Macleod, Insécurités et sécurité après les événements du 11septembre: France et Gran Bretagne, inS. J. Kirschbaum, Terrorisme et sécurité internationale,Bruxelles, 2004, rispettivam.: 217 ss. e 199 ss. e, con riferimento all’ordinamento canadese,A. Donneur-S. Roussel-V. Chirica, Les conséquences des événements du 11 septembresur l’autonomie de la politique étrangère canadienne: les mesures de sécurité et la nouvellelégislation antiterroriste, ivi, 171 ss..( 82 ) Ad esempio sulla base del decorso del tempo, della mancata commissione di illecitipenali, o su significativi indici di integrazione, quali in primis il conseguimento di un impiegolavorativo (in tal senso, A. Caputo, op. cit., 362). Sottolinea C. Longobardo, La disciplinadelle espulsioni dei cittadini extracomunitari: presidi penali ed amministrativi al fenomeno dell’immigrazione,inS. Moccia (a cura di), Diritti dell’uomo e sistema <strong>penale</strong>, II, Napoli, 2002,260, come da un rapporto dell’Eurispes (Eurispes, a cura di, Rapporto Italia 1999, Roma,1999, 47) possa evincersi che la liberalizzazione degli ingressi degli immigrati comporterebbe– oltre alla possibilità di una migliore regolamentazione dovuta all’ufficialità degli stessi –l’impoverimento delle organizzazioni criminali che non di rado creano un ‘bisogno indotto’di emigrare verso il nostro paese, un netto risparmio delle risorse impiegate per la difesa ed ilcontrollo delle coste, contribuendo ad abbattere le ‘trincee marittime’ e ad impedire così ilsorgere di ‘trincee cittadine’. L’A. rileva giustamente come la frequente condizione di clandestinitàdel migrante, nella misura in cui lo rende maggiormente ricattabile, rappresenti diper sé un fattore criminogeno, come dimostra il dato secondo cui, a fronte di un notevoleincremento del tasso di clandestinità degli immigrati, il tasso di delittuosità degli stranieriregolari è inferiore a quello dei cittadini italiani (posizione di recente ribadita da Luigi Mancioniin La Repubblica, 23 giugno 2005, 15). Ove poi si consideri (C. Longobardo, op.loc. ult. cit.; D. Padovan, L’immigrato, lo straniero, il carcere: il nuovo razzismo nelle cittadelleoccidentali, inDei del. e delle pene, 1993, 1, 153) come il maggior numero di detenutistranieri provenga da comunità contrassegnate da un elevato tasso di immigrati irregolari elavoratori stagionali, emerge come le politiche migratorie di zero tolerance, lungi dal favorirela sicurezza interna, non abbiano che elevato il tasso di devianza, in una spirale in cui le logichesicuritarie determinano l’incremento del tasso di insicurezza collettivo: self-fullfillingprophecy?( 83 ) La normativa in esame prevede tre forme di espulsione: quella, di cui all’art. 15,costituente misura di sicurezza; la sanzione sostitutiva o alternativa alla detenzione, di cuiall’art. 16 (le cui eccezioni di illegittimità costituzionale per violazione dell’art. 27, comma

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