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SCARICA IL DOC. ALLEGATO : indice_penale_1_2006.pdf

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462INVIATO SPECIALECentro Studi Giuridici ‘‘Michele de Pietro’’, hanno assunto il compito dianalizzare le cause che dilatano la durata dei giudizi di impugnazione, alfine di individuare i rimedi che, de iure condendo, potrebbero essere adottatiper rendere tale durata ragionevole, senza omettere l’esame (a volteanche critico), dei progetti di riforma attualmente pendenti in Parlamento.Il prof. Delfino Siracusano, nella relazione introduttiva, ha evidenziatol’importanza della sessione finale del XXIV Convegno in quanto finalizzataa completare le iniziali indicazioni circa la durata del procedimento diprimo grado e, in particolare, delle indagini preliminari, con le notazionicirca i tempi delle impugnazioni, nelle differenti prospettive dell’impugnazioneintesa come garanzia soggettiva e dell’impugnazione intesa come caratteredella giurisdizione: prospettive che, seppur apparentemente distanti,dovrebbero interagire fra loro.Peraltro l’esigenza di una sinergia e di un coordinamento tra garanziesoggettive e oggettive è avvertita come improrogabile non solo dalla dottrinama anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.In effetti, secondo il relatore, si assiste oggi, da una parte, a spinte riformistichevolte a circoscrivere i tempi delle impugnazioni, al fine di rendereragionevole la durata del processo, attraverso anche la semplificazionedelle forme, dall’altra a spinte – emergenti soprattutto dalla prassi – orientatein senso contrario, cioè volte a introdurre nuove e ulteriori garanzie,nell’ottica di rafforzare anziché comprimere i giudizi di appello e di cassazione.Ecco perché in questo scenario, quando si esaminano i problemi dellaragionevole durata del processo, si è sottolineato che non vanno trascuratele due diverse dimensioni prospettate, vale a dire l’aspirazione teorica, propensaa circoscrivere i tempi dell’impugnazione, e l’esigenza della pratica,tendente invece alla conservazione (e alla dilatazione) dei giudizi di impugnazione.Con specifico riferimento all’appello, l’esigenza di semplificazione e diriduzione dei tempi diventa una esigenza non solo vagliata sul piano normativoma anche confortata dall’atteggiamento pratico: emergono, infatti,situazioni in cui sembrano convergere l’esigenza di semplificazione e l’esigenzadi rispetto per le garanzie soggettive.Ad esempio, l’ipotesi dell’impugnazione congiunta dell’ordinanza conla sentenza: in tal caso, si raggiunge l’effetto di circoscrivere i tempi dell’eserciziodella giurisdizione ma nel pieno rispetto del contraddittorio,perché residua la possibilità di una valutazione critica sulla base della sentenzache avallerà o disapproverà le decisioni adottate durante la pendenzadel processo in ordine a situazioni da risolvere in modo interlocutorio.Altra ipotesi in cui convergono le due prospettive è costituita dal giudizioin camera di consiglio conseguente al cosiddetto concordato sui motividi appello.Infine, la medesima convergenza può essere riscontrata nell’ultima in-

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