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VECCHIE PAGINE491Vecchie pagineREALTÀ MATERIALE E REALTÀ GIURIDICA NEL PROCESSOSECONDO <strong>IL</strong> PENSIERO DI FRANCESCO CARRARAFrancesco Carrara (1805-1888), allievo di Francesco Carmignani (iuriscriminalis elementa, Teoria delle leggi della sicurezza sociale), fu – alla metàdel XIX secolo – il fondatore della cosiddetta ‘‘Scuola classica’’ del diritto<strong>penale</strong>.Il lucchese, con la Sua monumentale opera (Programma di diritto criminale),contribuì, come è noto, all’affermarsi di una visione etico-retributivadella pena.Egli appartiene ai padri fondatori del diritto <strong>penale</strong> moderno in Italia,unitamente a Gaetano Filangieri (Scienza della legislazione), a Mario Pagano(Sul processo criminale), a Pellegrino Rossi (traité du droit. criminel)ed a Giandomenico Romagnosi (Genesi del diritto <strong>penale</strong>) il quale ultimo,con il Principe di Satriano, probabilmente tutti li sorpassa per profonditàdi pensiero e per spessore dogmatico.Pur se a quei tempi l’insegnamento del diritto <strong>penale</strong> era unitario, nelsenso che non esisteva la separazione, anche a livello di cattedre, fra dirittosostanziale e diritto processuale, l’attenzione al profilo processuale era intensa.Ciò può essere intuitivamente compreso, considerato che il processo,come d’altronde qualsiasi atto contenzioso, tende in definitiva a ripristinareil diritto, attraverso l’accertamento della verità. È questo un passaggio necessario,salvo, forse, il solo caso del procedimento <strong>penale</strong> contro un reoconfesso; anche se pure in questo caso è necessario, quantomeno, verificareche la confessione risponda a verità.La verità rimane il punto di arrivo, e, nello stesso tempo la necessariapiattaforma di partenza di qualsiasi pronunzia giudiziale.Ma sia l’esperienza empirica, sia il dettato dei filosofi ci hanno, ormai,convinto che la verità non è (sempre) un quid assoluto, cartesiano e monolitico.Gli psicologi hanno dimostrato che la realtà stessa si deforma nella memoriae diviene la ‘‘realtà del soggetto’’ e, che, col trascorrere del tempo, siallontana sempre più da quella oggettiva.Non solo i tecnici del diritto, ma, anche, i letterati e gli scrittori ci

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