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SCARICA IL DOC. ALLEGATO : indice_penale_1_2006.pdf

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84SAGGI E OPINIONItrollo della correttezza, dell’efficacia e dell’efficienza della gestione( 188 )–che presenta importanti analogie con i compliance programs. Particolarmenteevidenti sono i punti di contatto con la struttura organizzativa dellebanche, che è da tempo funzionalizzata a porre in essere una serie di procedureindirizzate a conseguire una gestione complessivamente sana, equindi ad evitare l’insorgere di rischi di commissione di reati: infatti, elementiquali la procedimentalizzazione delle attività a rischio, il loro monitoraggio,l’adeguamento del sistema di controllo e il reporting ai verticifanno già parte integrante dell’internal auditing bancario( 189 ). Non devonoperò sfuggire le pur importanti differenze che sussistono fra i due modelli:il sistema di controllo interno è finalizzato alla prevenzione di reati commessidai dipendenti a danno della banca, mentre i modelli organizzativiad una gestione informale, con processi decisionali spontanei e destrutturati, l’impatto dimodelli formali per le decisioni può risultare alquanto impegnativo».( 188 ) Per una definizione del controllo operativo nelle banche cfr. ABI, Sistemi diControllo Interno ed evoluzione dell’Internal Auditing, Roma, 1999, ove per controllo operativosi intende «l’insieme dei processi finalizzati a fornire una ragionevole certezza chetutte le attività della Banca nei vari settori si svolgano nel rispetto formale e sostanziale dellestatuizioni legislative, regolamentari, di normativa secondaria nonché di autoregolamentazionenella più ampia accezione del termine; che le stesse siano volte alla tutela del patrimonioe alla garanzia della veridicità e significatività dei dati contabili». Negli Stati Uniti,per fronteggiare le pratiche illegali delle imprese, alcune grandi associazioni (American Instituteof Certified Public Accountants, American Accounting Association, The Institute ofInternal Auditors, Financial Executive Institute) hanno creato una commissione di studio(Committee of Sponsorising Organizations of the Treadway Commission) con il compito diindividuare le cause del fenomeno e di formulare possibili soluzioni; nel 1992 la commissioneha elaborato uno studio confluito in un documento noto come CoSo Report, che rappresentaun punto di riferimento importante per dare vita ad un adeguato sistema di controllointerno. Sulla scorta dell’esperienza statunitense, nel nostro paese è stato elaborato ilCodice di autodisciplina adottato dal Comitato per la Corporate Governance delle societàquotate presso la Borsa italiana nel 1999 ed aggiornato nel 2002, in cui il controllo internoviene concepito come processo svolto dal consiglio di amministrazione, dall’alta dirigenza edagli operatori della struttura aziendale al fine di fornire una ragionevole sicurezza sullarealizzazione dei seguenti obiettivi: 1) efficacia ed efficienza delle attività operative; 2) attendibilitàdelle informazioni di bilancio; 3) conformità alle leggi e ai regolamenti in vigore(cfr. F. Santi, op. cit., 307 s.). Cfr. altresì P. Montalenti, Corporate Governance, consigliodi amministrazione, sistemi di controllo interno: spunti per una riflessione, inRiv. soc.,2002, II, 821 ss., secondo cui il sistema di controllo interno «È mirato, in definitiva, a garantireil rispetto delle regole sia legislative (si pensi alla normativa contabile, alla disciplinasulla sicurezza del lavoro, alla legislazione sulla privacy) sia private (si pensi ai codici etici) eil perseguimento degli obiettivi di efficienza ed efficacia compendiati, oggi, nella formulashareholder value».( 189 ) Cfr. F. Maimeri, op. cit., 622; ABI, Linee guida, cit., 363: «tali regole – contenutein ordini di servizio, normative aziendali, codici di autodisciplina, codici deontologici, codicidisciplinari, ecc. – già di per sé possono costituire dei modelli organizzativi o quantomeno labase precettiva di ciò che è un modello organizzativo secondo il d. lgs. n. 231/2001».

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