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SCARICA IL DOC. ALLEGATO : indice_penale_1_2006.pdf

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RECENSIONI E SCHEDE489successorio che almeno formalmente divergerebbe da quello della mera‘‘sostituzione’’ di una fattispecie ad altra precedente.Nel suo attento vaglio critico l’Autore riconosce come spesso la SupremaCorte, pur proclamandosi fautrice del metodo del ‘‘giudizio inastratto’’, in definitiva finisca con l’adottare l’avverso metodo del ‘‘giudizioin concreto’’.Dopo l’analisi giurisprudenziale l’Autore si preoccupa di ricostruire itermini del problema in particolare tracciando i confini, differenti a secondadei canoni interpretativi forniti dalle diverse teorie esaminate, tra i fenomenisuccessori inquadrabili nella c.d. abolitio criminis e quelli riconducili invecead una abrogazione parziale. Ambrosetti si sofferma in particolare sul metodo– preferito – del ‘‘giudizio in astratto’’ inteso quale confronto strutturale‘‘puro’’ tra le norme, anche in adesione all’approccio seguito dalla sentenzadelle Sezioni Unite del 2003, sulle false comunicazioni sociali. L’Autore fa lasua scelta dopo aver escluso non solo il giudizio in concreto, ma anche, nell’ambitodello stesso giudizio in astratto, il criterio basato sulla c.d. ‘‘continuitàdel tipo d’illecito’’, e quello c.d. ‘‘misto’’ del confronto strutturale e valutativodelle norme in successione, in ragione della incertezza applicativache deriverebbe dalla adozione di tali metodi. L’indagine di Ambrosetti inmerito all’inadeguatezza del metodo della ‘‘continuità del tipo d’illecito’’tiene altresì conto dell’esperienza giurisprudenziale tedesca. Infine l’Autoreapproda al criterio della sentenza delle Sezione Unite del 2003 del confrontostrutturale ‘‘puro’’ tra le norme, in cui il mutamento dell’oggettivà giuridica,sempre secondo la Suprema Corte, assume rilievo solo in quanto <strong>indice</strong> univocodi una volontà legislativa totalmente abolitrice. Secondo Ambrosettil’alternativa tra confronto strutturale e ‘‘giudizi di valore’’ sarebbe solo apparente,in quanto ‘‘il mutamento dell’oggettività giuridica si trasfonde inevitabilmentenegli elementi strutturali connotanti la nuova figura criminis’’; diconseguenza l’interprete che abbia compiuto il confronto strutturale tra lefattispecie non dovrà procedere ad altri controlli di carattere valutativo,dal momento che questi non possono ‘‘portare a risultati ermeneutici diversida quelli già raggiunti’’. Secondo l’Autore il metodo del confronto strutturale‘‘puro’’ sarebbe dunque l’unico che consente di difendere le istanze di oggettivitàe legalità connaturate alla materia in questione.Al di là della prospettiva assunta e del metodo che si voglia seguire nell’applicazionedell’art. 2 co. 2 e 3 c.p. [una mia personale indagine (La fattispecie‘in divenire’ nella disciplina della legge <strong>penale</strong> nel tempo) giungeappunto a conclusioni differenti] emerge in piena luce che la monografiadi Ambrosetti costituisce l’esito di una approfondita e pregevole analisidel problema, che non manca di fornire molteplici e importanti ragionidi riflessione e sviluppo verso un compiuto avanzamento dello studio dellacomplessa materia.Silvia Massi

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