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31 marzo 2012

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LA POLITICA DI CONCORRENZA NELL’ECONOMIA ITALIANA. PROFILI GENERALI E LINEE DI INTERVENTOgaranzia di un maggiore sviluppo attraverso l’efficiente allocazione dellerisorse e il rafforzamento della competitività dell’economia a vantaggio dellacollettività 2 .Le politiche di concorrenza in tempo di crisiI dati richiamati di scarsa performance macroeconomica del nostro Paeseda un lato, si riflettono nelle concrete condizioni economiche e nelle stessepercezioni di benessere dei cittadini, dall’altro, influenzano negativamente ilquadro di aspettative delle imprese.Le più recenti indagini sui bilanci delle famiglie italiane mostrano chiarielementi di crescente diseguaglianza sociale e una progressiva percezione dimaggiore difficoltà di spesa da parte di queste ultime. In linea generale, all’iniziodel <strong>2012</strong> permane un generale clima di sfiducia dei consumatori sull’andamentodell’economia italiana e crescono le aspettative di disoccupazione 3 .Sul fronte imprenditoriale, ancora alla fine del 2011, le analisi congiunturalidella Banca d’Italia in materia di aspettative delle imprese sulle prospettive dicrescita economica hanno evidenziato l’esistenza di un forte pessimismo, intermini di revisione al rialzo delle aspettative di inflazione, di valutazionenegativa sulla possibilità di ripresa della domanda interna, di un riscontratopeggioramento delle condizioni di accesso al credito e dell’attività diinvestimento; oltre metà delle imprese italiane intervistate attribuiva, allafine del mese di dicembre del 2011, probabilità nulla al verificarsi di unmiglioramento della situazione economica generale a breve termine 4 .9Sono, queste, circostanze in cui storicamente le ragioni della concorrenzastentano ad affermarsi.Nei periodi di crisi economica la pressione esercitata sulla politica perchési faccia carico delle imprese in crisi, della riduzione della disoccupazione edell’incertezza per i consumatori finali può quindi far propendere per unrilassamento delle politiche antitrust, in ragione della sopravvalutazione dei piùimmediati e visibili costi sociali della pressione concorrenziale sulle imprese, suilavoratori e sui consumatori, a fronte di una contestuale sottovalutazione deibenefici, meno visibili e di medio periodo, dell’applicazione delle regole diconcorrenza 5 .Tale tendenza deve tuttavia essere decisamente contrastata; approfonditeanalisi basate sulle evidenze storiche hanno infatti dimostrato l’effettocontroproducente di tale approccio.2M. Monti, “A reformed competition policy: achievements and challenges for the future”, Centre for EuropeanReform, Brussels, 28 october 2004.3Nel 2010, circa il 30% delle famiglie italiane ha ritenuto le proprie entrate insufficienti a coprire le spese. Cfr.“I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2010” gennaio <strong>2012</strong>. Supplementi al Bollettino Statistico - indaginicampionarie, n. 6/<strong>2012</strong> Banca d’Italia; ISTAT, “Statistiche flash - Fiducia dei consumatori - gennaio <strong>2012</strong>”.4“Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - Dicembre 2011”. Supplementi al Bollettino Statistico -Indagini campionarie, n. 1/<strong>2012</strong>, Banca d’Italia.5J. Fingleton, “Competition policy in troubled times”, Office of Fair Trading, January 2009.

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