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31 marzo 2012

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Con riguardo al contesto nazionale, il perdurante e preoccupante gap diproduttività, competitività e redditività dell’Italia rispetto ad altri Paesi trova,fra le sue numerose e complesse ragioni, l’esistenza di un quadro disignificativa arretratezza del generale contesto in cui si muove il sistemaimprenditoriale rispetto agli standard internazionali e, segnatamente, europei.Il nostro Paese registra valori tutti ampiamente superiori alla media UEdi indicatori quali l’onere della regolamentazione statale, la lentezza del sistemagiudiziario, la scarsa qualità delle infrastrutture di trasporto e la ridottadiffusione delle infrastrutture e delle tecnologie più avanzate di comunicazioneelettronica, l’elevato livello dei prezzi dell’energia. Esso esibisce ancora unaforte presenza pubblica nell’economia, in particolare a livello locale, e soffrealtresì di uno scarso grado di concorrenza tanto nelle attività economiche diservizio quanto nel campo dei servizi professionali, circostanza che costituisceun fondamentale vincolo alla crescita e al raggiungimento di un soddisfacentegrado di efficienza interna e competitività internazionale 26 .Le grandi riforme strutturali per la concorrenza e la crescita28L’istituto della legge annuale sulla concorrenza, funzionale all’obiettivo diriformare incisivamente, in senso concorrenziale, le stesse regole di funzionamentodell’intero sistema economico, pur introdotto nel nostro ordinamento già nel 2009,non aveva mai trovato finora attuazione. Nell’anno in corso, il Governo ha datoseguito a tale importante previsione attraverso l’emanazione del d.l. n. 1/<strong>2012</strong>,norma che si caratterizza per l’organicità e l’ampiezza delle misure che riguardanoi settori più rilevanti della nostra economia ai fini della crescita, e per la preventivasegnalazione organica da parte dell’Autorità.Il Governo ha aggiunto due ulteriori elementi che non erano presentinell’originaria fisionomia dell’istituto.Il primo è costituito dalla scelta di misure di immediato impatto edefficacia sulla crescita: Governo e Parlamento affrontano prioritariamentealcuni nodi dell’economia italiana, pur senza escludere ma anzi postulandonuove riforme pro-concorrenziali. Partendo da un contesto economico con fortibarriere all’ingresso nei mercati, resistenze corporative, strutture giuridicheche rafforzano il potere di mercato di un operatore a danno degli altri player,le liberalizzazioni non possono esaurirsi in un atto, ma sono un “processo”, un“work in progress”, che probabilmente vedrà impegnati Governo e Parlamentoper tutta la legislatura. Concretezza, immediata operatività e processualità delleriforme pro-concorrenziali creano - agli occhi dei mercati e delle loro istituzioni- un circolo virtuoso.26In particolare già in passato l’OCSE, e, più di recente, la stessa Commissione Europea, hanno individuatofra le principali ragioni delle difficoltà dell’economia italiana un impianto regolatorio arretrato, la persistenzadi vincoli ingiustificati all’accesso e all’esercizio dell’attività economica, la sussistenza di posizioni di renditainefficiente. OECD ITALY-Better regulation to strengthen market dynamics Reviews of Regulatory Reform.Paris, 2009; Commissione europea, Comunicazione ”Industrial policy: Reinforcing competitiveness”, COM(2011) 642 final, Bruxelles, oct. 2011.

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