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31 marzo 2012

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LA POLITICA DI CONCORRENZA NELL’ECONOMIA ITALIANA. PROFILI GENERALI E LINEE DI INTERVENTOFedespedi, al fine di concordare gli aumenti dei prezzi da praticare allaclientela. Attraverso la concertazione, le società puntavano ad aumenti deiprezzi molto elevati: solamente facendo riferimento ai dati resi pubblici,l’obiettivo era un incremento, fra il <strong>marzo</strong> 2002 ed il dicembre 2006, pari aquasi il 50%. L’Autorità ha ritenuto che i comportamenti posti in essere dallediciannove imprese coinvolte e dall’associazione di categoria costituisseroun’intesa unica e continuata, realizzata senza soluzione di continuità quantomeno dal mese di <strong>marzo</strong> 2002 fino all’autunno del 2007. In ragione dellagravità e della durata dell’infrazione, sono state comminate sanzioni per unammontare complessivo pari a circa 76,5 milioni di euro.In virtù della collaborazione prestata, alla società che per prima avevadenunciato la collusione è stato riconosciuto il beneficio della non imposizionedella sanzione. Alle società Agility Logistics, DHL Express, DHL GlobalForwarding e S.I.T.T.A.M. è stato riconosciuto invece il beneficio dellariduzione della sanzione nella misura, rispettivamente, del 50%, del 49%, del49% e del 10%. Complessivamente le imprese che hanno collaborato conl’Autorità hanno risparmiato circa 40 milioni di euro in termini di mancatasanzione.Il caso in questione si segnala anche per il ruolo chiave svoltodall’associazione di categoria nell’attuazione della strategia collusiva. Questadeviazione dagli obiettivi istituzionali dell’associazione è stata ripetutamenteriscontrata dall’Autorità nella propria esperienza istruttoria. Rappresenta,tuttavia, un dato vieppiù preoccupante oggi: esso testimonia che, a oltre ventianni dall’entrata in vigore della normativa antitrust nel Paese, lo strumentoassociativo ancora troppo spesso viene utilizzato quale veicolo della collusione,ciò che riflette l’insufficiente cultura del mercato che tutt’oggi caratterizza unaparte del mondo imprenditoriale.49Purtroppo, la deterrenza assicurata dal sistema sanzionatorio restainadeguata a impedire le violazioni realizzate da associazioni di impresa,risultando il fatturato di tali associazioni - che costituisce la base della sanzione- di norma assai modesto e sganciato dal mercato delle imprese su cui lacondotta collusiva esercita i suoi effetti. Certamente, questa scarsa sensibilitàper il rispetto delle regole del mercato che traspare anche dal caso in questionesuggerisce cautela e attenzione nel valutare la portata di recenti sviluppinormativi che hanno individuato nella cooperazione tra imprese, segnatamenteattraverso il contratto di rete, lo strumento per rafforzare il tessuto produttivoe agevolare il recupero di competitività delle imprese sul piano internazionale.I comportamenti abusivi delle impreseIn materia di abuso di posizione dominante, gli interventi dell’Autoritàdell’ultimo anno evidenziano, come tendenza generale, la realizzazione di unapluralità di tipologie di abuso tutte accomunate dal carattere escludente, ealcune delle quali di particolare gravità in quanto volte ad ostacolare i processidi apertura e l’accesso al mercato di operatori concorrenti.

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