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Alle origini del mito letterario di Maria Stuarda in Italia

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fonda larga parte <strong>del</strong>la sua <strong>di</strong>squisizione sugli effetti negativi <strong>del</strong>la censura<br />

elisabettiana per la propaganda cattolica. Questa censura, che godeva <strong>di</strong> una<br />

rete <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni accurata e ben ra<strong>di</strong>cata su tutto il territorio europeo, aveva<br />

anche un effetto preventivo, a cui certamente si deve la moderazione e la cura<br />

con cui vennero evitate accuse <strong>di</strong>rette alla sovrana <strong>in</strong>glese, come <strong>di</strong>mostrato da<br />

molte <strong>del</strong>le narrazioni riportate.<br />

In considerazione degli effetti <strong>di</strong> questa censura, dunque, è probabile che<br />

il mezzo manoscritto <strong>del</strong> testo fosse stato scelto consapevolmente dall’autore<br />

proprio perché il carattere privato non solo gli consentiva la possibilità <strong>di</strong><br />

trattare le notizie più <strong>del</strong>icate, ma <strong>in</strong>oltre l’opera sarebbe stata meno esposta al<br />

severo controllo <strong>del</strong>la censura, e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> avrebbe avuto una circolazione più<br />

ampia <strong>di</strong> quanto la stampa gli avrebbe forse consentito 214 .<br />

La ferrea censura elisabettiana però non fu un fattore limitante <strong>in</strong> toto,<br />

poiché l’Inghilterra <strong>del</strong>l’epoca, e Londra con la sua Corte <strong>in</strong> particolare,<br />

cont<strong>in</strong>uava ad attrarre visitatori da tutta Europa, alcuni dei quali vi risiedevano<br />

più o meno stabilmente. Certi erano semplici viaggiatori, altri <strong>del</strong>le più svariate<br />

confessioni religiose arrivarono come esuli, <strong>in</strong> fuga dalla stretta<br />

<strong>del</strong>l’Inquisizione, e <strong>in</strong>coraggiati dalla stessa politica religiosa <strong>in</strong>glese a cui li<br />

accomunava l’atteggiamento anti-romano. Esisteva anche una piccola comunità<br />

<strong>di</strong> italiani (esuli e no), costituita per lo più da mercanti, banchieri, artisti,<br />

traduttori e <strong>in</strong>segnanti, che ricopriva <strong>in</strong> verità ruoli marg<strong>in</strong>ali rispetto alla<br />

Corte, ma su cui <strong>di</strong> fatto si basavano i rapporti tra <strong>Italia</strong> e Inghilterra, <strong>in</strong>iziati<br />

qualche secolo prima con contatti pr<strong>in</strong>cipalmente economici, sviluppatisi e<br />

ampliatisi poi, lungo tutto il R<strong>in</strong>ascimento, grazie al prestigio <strong>di</strong> cui godeva la<br />

cultura italiana, e <strong>in</strong>debolitisi durante la scossa scismatica che limitò <strong>in</strong><br />

particolare i contatti d’élite 215 .<br />

Se i rapporti ufficiali tra i due paesi erano dunque deboli, la letteratura<br />

italiana cont<strong>in</strong>uava a godere <strong>di</strong> una posizione privilegiata, così come la l<strong>in</strong>gua,<br />

amata e stu<strong>di</strong>ata dalla stessa reg<strong>in</strong>a 216 . L<strong>in</strong>gua e letteratura italiane erano parte<br />

essenziale <strong>del</strong> bagaglio richiesto ad ogni gentiluomo, e <strong>di</strong> conseguenza gli<br />

<strong>in</strong>segnanti <strong>di</strong> italiano erano piuttosto ricercati. Esistevano poi varie compagnie<br />

214 Cfr. T. BULGARELLI, op. cit.<br />

215 A riguardo si vedano M. WYATT, The <strong>Italia</strong>n Encounter with Tudor England: a Cultural<br />

Politics of Translation , CUP, 2005; S. ROSSI, Ricerche sull'Umanesimo e sul R<strong>in</strong>ascimento <strong>in</strong><br />

Inghilterra, Milano, Vita e Pensiero, 1969.<br />

216 A riguardo si veda ancora M. WYATT, op. cit., pp. 117 e segg.<br />

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