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Alle origini del mito letterario di Maria Stuarda in Italia

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eventi come travagli permessi da «Id<strong>di</strong>o, per sua maggior perfettione», e un<br />

forte sentimento <strong>di</strong> commozione che traspare chiaramente nelle considerazioni<br />

f<strong>in</strong>ali su questa felicissima e, al contempo, <strong>in</strong>felicissima reg<strong>in</strong>a.<br />

212<br />

Considerazioni sui testi <strong>di</strong> f<strong>in</strong>e C<strong>in</strong>quecento<br />

Sul f<strong>in</strong>ire <strong>del</strong> C<strong>in</strong>quecento il personaggio <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> raggiunge uno<br />

sviluppo tematico che ha orig<strong>in</strong>e nella tra<strong>di</strong>zione cronachistica. Qui si trovano<br />

quelli che possiamo def<strong>in</strong>ire i semi <strong>del</strong>le situazioni che poi germoglieranno<br />

lungo la prigionia e che daranno i loro frutti a partire dalla esecuzione, quando<br />

le necessità <strong>del</strong>la propaganda, più che questioni etiche, imporranno una<br />

co<strong>di</strong>fica <strong>del</strong> personaggio mirata alla esaltazione <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>la martire,<br />

prelevando dalla storia le circostanze più avventurose e patetiche a sostegno<br />

<strong>del</strong>la sua funzione esemplare.<br />

La retorica agisce fortemente sulla trasformazione <strong>del</strong> tema <strong>letterario</strong>,<br />

non tanto mutandone eventi e situazioni, che <strong>in</strong> parte ormai si sono<br />

cristallizzati, quanto rafforzandone la componente espressiva e con essa la<br />

forza persuasiva <strong>del</strong> tema, l’esemplarità, la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>mostrativa, sempre e più<br />

che mai legata alla questione religiosa, che è ancora la motivazione essenziale<br />

degli scritti sulla <strong>Stuarda</strong> prodotti alla f<strong>in</strong>e <strong>del</strong> C<strong>in</strong>quecento, anche <strong>di</strong> quelli<br />

presentati come i più obiettivi.<br />

L’opera <strong>di</strong> Poll<strong>in</strong>i <strong>di</strong>mostra quanto l’abilità retorica amplificasse le<br />

potenzialità <strong>del</strong> tema e le vicende censorie testimoniano quanto tale<br />

potenzialità fosse considerata pericolosa da Elisabetta, e a ragion ben veduta,<br />

perché questo tipo <strong>di</strong> produzione avrà ancora notevole fortuna nel XVII secolo,<br />

e pers<strong>in</strong>o una maggiore <strong>di</strong>ffusione.<br />

In realtà la <strong>di</strong>sputa storica tra Elisabetta e <strong>Maria</strong>, combattuta nelle ultime<br />

fasi pers<strong>in</strong>o <strong>in</strong> absentia <strong>del</strong>l’ero<strong>in</strong>a, si libererà dalla censura solo con la salita al<br />

trono <strong>di</strong> Giacomo I, il figlio <strong>del</strong>la <strong>Stuarda</strong>. La perenne contrapposizione tra le<br />

due figure, che nasce come antitesi <strong>di</strong> posizioni ideologiche e politiche, già<br />

oggetto <strong>di</strong> attenzione degli storici e dei cronachisti, <strong>di</strong>venterà un’irriducibile<br />

opposizione letteraria.

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