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Alle origini del mito letterario di Maria Stuarda in Italia

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testimon<strong>in</strong>o una notevolissima <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong> suo testo, non si può <strong>di</strong>re che<br />

questi testi riflettano nel complesso l’unica visione sugli eventi, né che a questi<br />

stessi solamente si riducano le testimonianze scritte <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>.<br />

120<br />

A partire dagli anni <strong>del</strong>la prigionia <strong>in</strong> Inghilterra, <strong>in</strong> particolare dopo le<br />

ribellioni <strong>del</strong> Nord e la cospirazione <strong>di</strong> Norfolk e f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e <strong>del</strong> secolo, una<br />

serie <strong>di</strong> opere storiografiche pubblicate nel nostro paese trattò, tra le altre, le<br />

vicende <strong>del</strong>la <strong>Stuarda</strong>, che non furono qu<strong>in</strong><strong>di</strong> solo argomento <strong>di</strong> corrispondenze<br />

o rapporti più o meno confidenziali, circolanti presso un pubblico comunque<br />

limitato, ma ebbero una più ampia <strong>di</strong>ffusione soprattutto attraverso la<br />

storiografia più impegnata, <strong>di</strong> <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione politica o religiosa, e questo sia<br />

prima sia dopo la sua morte.<br />

Si trattava pur sempre <strong>di</strong> un tema scomodo, ma che per le sue possibili<br />

implicazioni non poteva dunque essere assente dalla storiografia, sia religiosa,<br />

sia politica, <strong>in</strong> particolare quella d’ampia elaborazione tipica <strong>del</strong>le Historie<br />

universali o europee che ebbero sempre un’impronta pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

ideologica.<br />

A partire dall’epoca <strong>di</strong> Enrico VIII, le vicende d’Inghilterra e Scozia non<br />

cessarono <strong>di</strong> <strong>in</strong>curiosire il lettore e <strong>di</strong> fornire <strong>in</strong>teressanti spunti <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione<br />

per lo scrittore <strong>di</strong> historie su cui esercitavano molta attrattiva per le varie<br />

tematiche a cui erano collegate, che riguardassero le <strong>in</strong>tricate vicende politico-<br />

religiose <strong>del</strong>l’Isola e dei suoi rapporti con le altre nazioni, o che <strong>di</strong>scutessero<br />

perf<strong>in</strong>o questioni <strong>di</strong> genere, visto che d’oltremanica venivano gli esempi più<br />

clamorosi <strong>di</strong> un fenomeno altrettanto peculiare per quei secoli, ovvero il<br />

governo femm<strong>in</strong>ile. <strong>Maria</strong> Tudor, <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> ed Elisabetta erano gli esempi<br />

più illustri, nel bene e nel male, <strong>di</strong> donne al potere: le prime due passate alla<br />

storia con giu<strong>di</strong>zi poco fortunati, quanto meno <strong>in</strong> relazione alla ragion <strong>di</strong> Stato,<br />

al buon governo, mentre l’ultima, pur se caratterizzata da quel «raggelante<br />

<strong>di</strong>sumano <strong>di</strong>stacco» 290 , che la poneva al riparo dalle debolezze mostrate dalle<br />

contemporanee, fu celebrata come il mo<strong>del</strong>lo migliore.<br />

Anche nelle relazioni venete, che abbiamo proposto nel precedente<br />

capitolo, è possibile r<strong>in</strong>tracciare echi <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>scussione, da cui la <strong>Stuarda</strong><br />

emerge più donna che reg<strong>in</strong>a, maldestra sia come esempio fra i sovrani, sia<br />

come esempio per il cattolicesimo, troppo magnanima nelle questioni <strong>di</strong> regno<br />

290 Sull’<strong>in</strong>teresse <strong>del</strong>la storiografia veneta per Elisabetta I cfr F. AMBROSINI, op. cit.

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