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Alle origini del mito letterario di Maria Stuarda in Italia

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consolidando la scozzese nel ruolo <strong>di</strong> martire, oppressa per la sua fede.<br />

Da qui il suo racconto è simile a quello <strong>di</strong> altre relazioni, con alcune<br />

aggiunte che accrescono il valore religioso e esemplare <strong>del</strong>la vicenda.<br />

Altamente simbolica è la scena <strong>del</strong>la comunicazione <strong>del</strong>la sentenza, ascoltata<br />

da <strong>Maria</strong> «senza punto turbarsi», mostrando nel <strong>di</strong>alogo con i suoi <strong>in</strong>terlocutori<br />

«tanta quiete, riposo d’animo et serenità <strong>di</strong> viso» 421 . Si tratta <strong>di</strong> un luogo già<br />

comune nella propaganda, a cui è aggiunto però un elemento nuovo, ovvero<br />

l’<strong>in</strong>terpretazione <strong>del</strong>la morte come rime<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la Provvidenza contro le sue<br />

sofferenze, <strong>in</strong> tal modo conferendo un significato religioso agli avvenimenti al<br />

<strong>di</strong> là <strong>del</strong>le colpe terrene dei suoi nemici. La serenità <strong>del</strong>l’animo mostrata da<br />

<strong>Maria</strong>, che le consente <strong>di</strong> consolare i servi, <strong>in</strong>vitandoli a pregare Dio aff<strong>in</strong>ché le<br />

conceda la costanza necessaria per affrontare il momento <strong>del</strong> trapasso, ha<br />

provenienza <strong>di</strong>v<strong>in</strong>a. Forte <strong>di</strong> questo appoggio, pur privata <strong>di</strong> tutti i beni terreni,<br />

<strong>Maria</strong> conserva serenità e regalità f<strong>in</strong>o agli ultimi istanti. La sua compostezza è<br />

legata alla certezza <strong>del</strong>l’esistenza <strong>di</strong> un riscatto ultraterreno, che le concederà<br />

gioie maggiori <strong>di</strong> quelle terrene; certezza testimoniata dal Credo che recita sul<br />

palco (dettaglio <strong>in</strong>e<strong>di</strong>to), rendendo «testimonio <strong>del</strong>la fede nella quale<br />

moriva» 422 . Insomma, grazie a questa certezza <strong>Maria</strong> fa <strong>del</strong>la sua morte, pur<br />

imposta dagli <strong>in</strong>glesi, uno strumento <strong>del</strong> volere <strong>di</strong>v<strong>in</strong>o, da cui è sublimata<br />

<strong>in</strong>vece che mortificata. Una aggiunta importante rispetto alla narrazione<br />

esposta da Châteauneuf è la presenza <strong>di</strong> un prete «tra servitori domestici […] il<br />

quale per secreta permissione <strong>del</strong> Papa vestiva l’habito mondano, et haveva<br />

facultà <strong>in</strong> ogni luoco e tempo, secondo l’occasion <strong>di</strong> poter consecrar, et che da<br />

questo mostrando <strong>di</strong> parlar seco d’altro <strong>in</strong> parte fusse consacrata e comunicata,<br />

e che l’hostia <strong>in</strong> particolar le fusse da lui presentata <strong>in</strong> un fazzoletto, mostrando<br />

<strong>di</strong> darglielo per occasione <strong>di</strong> asciugar il volto» 423 . In questo modo, purificata<br />

dalle colpe terrene, <strong>Maria</strong> può abbandonarsi serenamente al proprio dest<strong>in</strong>o, e<br />

<strong>in</strong>fatti dopo la consacrazione si «riposò per un pezzo molto quietamente» 424 .<br />

I temi trattati da Loschi fanno già parte <strong>del</strong>la tra<strong>di</strong>zione: le questioni<br />

ere<strong>di</strong>tarie, quelle giuri<strong>di</strong>che, la questione religiosa, la cru<strong>del</strong>tà e la tirannia <strong>di</strong><br />

Elisabetta, come abbiamo visto, sono stati già sfruttati <strong>in</strong> altre opere, sebbene<br />

421 Ibid.<br />

422 Ivi, p. 7.<br />

423 Ivi, p. 6. La presenza <strong>del</strong> prete è registrata anche da Mendoza e dal Car<strong>di</strong>nale Beaton.<br />

424 Ibid.<br />

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