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Alle origini del mito letterario di Maria Stuarda in Italia

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114<br />

In altre parole, sebbene non si possa trovare un’aspra critica nei confronti<br />

<strong>di</strong> questa nuova religione, le osservazioni sulle motivazioni e le cause che<br />

generarono questo scisma rivelano qualcosa <strong>del</strong>le sue conv<strong>in</strong>zioni. Qualcosa,<br />

ma non troppo però; preoccupato com’era l’Ubal<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> non attirare le antipatie<br />

<strong>di</strong> nessuno, tanto da precisare al V<strong>in</strong>ta, il segretario <strong>del</strong> Granduca 275 , <strong>in</strong> una<br />

lettera che anticipa temi <strong>del</strong>la relazione, che l’opera non fu scritta per essere<br />

stampata giacché «veritas o<strong>di</strong>um saepius parit» 276 , motto che mi pare riveli la<br />

maniera <strong>in</strong> cui il nostro autore visse la sua esperienza <strong>in</strong>glese, e possa<br />

rappresentare la premessa fondamentale nell’analisi <strong>di</strong> quanto scrisse circa il<br />

caso <strong>del</strong>la <strong>Stuarda</strong>, chiarendo le sue posizioni religiose.<br />

Solo <strong>in</strong> uno degli Avvisi <strong>di</strong> Ubal<strong>di</strong>ni, pubblicati dalla Cr<strong>in</strong>ò, si può<br />

trovare un riferimento a <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong>. Il 30 luglio 1579 scrive:<br />

Ai passati giorni la reg<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Scotia, ottenendo dopo molti preghi da<br />

questa Maestà <strong>di</strong> poter mandar un suo gentil’huomo alla corte <strong>di</strong> Scotia a<br />

visitar il figliuolo, et mandarli alcuni presenti, fu accompagnato da un<br />

particular mandato <strong>di</strong> questa Maestà, ma arrivato là et <strong>di</strong>mandato <strong>del</strong>la<br />

cagion dei suoi negotij, rispose d’esser venuto <strong>in</strong> nome <strong>del</strong>la sua reg<strong>in</strong>a a<br />

visitare il lor Pr<strong>in</strong>cipe suo figliuolo, al che gli fu risposto <strong>in</strong> nome <strong>di</strong> quel<br />

Consiglio, che loro non havevano alcun pr<strong>in</strong>cipe ma si bene un re, al<br />

quale quando fusse <strong>di</strong>rizzata l’ambasciata sarebbe u<strong>di</strong>to: oltra che lei non<br />

conoscevano per reg<strong>in</strong>a, onde ei se ne tornò a<strong>di</strong>etro senza aver fatto<br />

niente 277 .<br />

275 Secondo la Cr<strong>in</strong>ò, la redazione ultima <strong>del</strong>la Relazione, che Ubal<strong>di</strong>ni <strong>in</strong>viò a Fer<strong>di</strong>nando,<br />

tramite Guicciar<strong>di</strong>ni, molto probabilmente non arrivò mai nelle mani <strong>del</strong> dest<strong>in</strong>atario, poiché<br />

l’amico fiorent<strong>in</strong>o, tramite tra l’Ubal<strong>di</strong>ni e la corte Me<strong>di</strong>cea, morì il 10 ottobre <strong>del</strong> 1594,<br />

presumibilmente prima <strong>di</strong> aver ricevuto la Relazione anticipata dalla lettera al V<strong>in</strong>ta, riportata<br />

sopra, <strong>del</strong> 21 settembre <strong>del</strong>lo stesso anno. Questo spiegherebbe <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e come mai la relazione si<br />

trovasse ancora nell’Archivio <strong>del</strong>la Famiglia. A. M. CRINÒ, Il testo..., cit., p. 654.<br />

276 «Non volendo <strong>in</strong> questo mezo manca <strong>di</strong> farle conoscer che io oltra alcune opere <strong>in</strong> nostra<br />

l<strong>in</strong>gua scritte per dar fuori s’io havessi havuto il modo, ho f<strong>in</strong>almente tirato alla sua perfettione<br />

un trattato quasi Relation generale <strong>di</strong> questo Regno, <strong>in</strong>cludendovi, oltra la descrittion <strong>del</strong><br />

Regno, et <strong>del</strong>l’Irlanda, ogni accidente notabile <strong>di</strong> qualunque sorte avvenutoci dal tempo <strong>del</strong>la<br />

congiuntione <strong>del</strong>le due Rose Reali Rossa, et Bianca s<strong>in</strong>o ad hora. Et <strong>di</strong>videndo la <strong>di</strong>mostration<br />

<strong>di</strong> tutto quel che si propone <strong>in</strong> tre or<strong>di</strong>ni, cioè <strong>in</strong> quel <strong>del</strong>la Giustitia <strong>del</strong>la Militia et <strong>del</strong>la<br />

Religione, non senza cagion questa scritta l’ultima; vengo ad haverci <strong>in</strong>cluso tutta la<br />

consideration politica, la iconomica, et quella ancora per la quale noi riconoscer doviamo il<br />

sommo poter <strong>del</strong>l’essenza <strong>di</strong>v<strong>in</strong>a, senza entrar nel pregiu<strong>di</strong>cio <strong>di</strong> nota alcuna offensiva<br />

appresso <strong>di</strong> qualunque nation si sia. Vero è che gli anni passati io ne scrissi un certo trattato coi<br />

medesimi capi, ma breve, <strong>del</strong> quale costà ne potria esser venuta la copia; ma questo è <strong>di</strong> gran<br />

lunga più largo et più ripieno <strong>di</strong> conoscenza chiara <strong>del</strong>la natura <strong>del</strong>le cose tutte <strong>di</strong> quà, quasi<br />

regola <strong>del</strong> come noi poterci riconoscer doviamo ancor d’ogni tempo il medesimo. Et è però<br />

volume riuscito <strong>di</strong> foglio grande s<strong>in</strong>o <strong>in</strong> carte 160 non per stamparlo quia veritas o<strong>di</strong>um saepius<br />

parit, ma perché sia dono <strong>di</strong> chi lo possa haver caro secondo il giu<strong>di</strong>tio <strong>di</strong> V. S. Ill. perché e’<br />

bisognerà raccomandarlo a questi mercanti per <strong>in</strong>cluderlo <strong>in</strong> una <strong>del</strong>le loro balle <strong>di</strong> mercantia<br />

per mandarlo salvo», Cfr. A. M. CRINÒ, Il Testo…, cit., pp. 652-653.<br />

277 Ivi, p. 485.

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