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Alle origini del mito letterario di Maria Stuarda in Italia

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et la cagione.<br />

Nelle sue cose familiari Henrico [fu] molto travagliato, percioché essendo<br />

egli stato persuaso dal Car<strong>di</strong>nale <strong>di</strong> Iorche, huomo ambitioso et<br />

ven<strong>di</strong>cativo, a ripu<strong>di</strong>are Cater<strong>in</strong>a, sua moglie, ancorché ne havesse havuta<br />

una figliuola che vivea, .... egli lo <strong>in</strong>viluppò <strong>in</strong> gravi et noiosi pensieri, i<br />

quali <strong>di</strong> poi partorirono effetti <strong>di</strong> gran lunga <strong>di</strong>versi da quel che lo stesso<br />

Henrico haverebbe già mai saputo immag<strong>in</strong>are 273 .<br />

Come già nella prima redazione, Ubal<strong>di</strong>ni solleva Enrico VIII dalle colpe<br />

<strong>del</strong>lo Scisma facendole ricadere sui suoi consiglieri. Così si esprime poi nel<br />

paragrafo Della Religione <strong>del</strong> Regno:<br />

Si è parlato <strong>di</strong> sopra <strong>del</strong>la vita <strong>di</strong> Henrico Ottavo, <strong>del</strong>la cagione che fece<br />

allienar quel Re dal Papa et s’è ancora detto che, vivendo il suo figliuolo<br />

Edouardo, il protettore <strong>in</strong>trodusse la nuova religione, la qual cosa non si<br />

sa perchè fusse così passata se no per avaritia <strong>di</strong> voler occupare quel<br />

d’altri.<br />

Certa cosa è che persone <strong>di</strong> molta fede hanno avuto op<strong>in</strong>ione che se<br />

Henrico fusse vissuto poco <strong>di</strong> più et il negozio fusse stato trattato con i<br />

debiti mezzi, egli sarebbe ritornato nella prima via, la qual cosa era facile<br />

da riuscire perchè lui non haveva mutata la religione <strong>in</strong> parte alcuna. Poi<br />

tramutata la religione <strong>del</strong> protettore, furono lasciati i Vescovi <strong>in</strong> tal modo<br />

che questi che sono hora hanno le medesime entrate che havevano i primi<br />

et le medesime giuris<strong>di</strong>ttioni <strong>in</strong> ogni cosa come anco nelle collattioni dei<br />

beneficij et hanno sopra <strong>di</strong> loro gl’Arcivescovi normali, dei quali quello<br />

<strong>di</strong> Cantuaria è come era Primate <strong>del</strong> Regno et Coronator, perchè a lui nel<br />

vero s’aspetta <strong>di</strong> coronar i re.<br />

E ancora:<br />

Et qui si farà f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> parlare <strong>del</strong>la loro religione, benchè alcuni più zelanti<br />

<strong>di</strong> essa habb<strong>in</strong>o cerco <strong>di</strong> ristr<strong>in</strong>ger la vita <strong>del</strong>l’universale nel levarne i<br />

Vescovi et i Decani, ma essendo loro stato vietato il pre<strong>di</strong>care cotali<br />

opp<strong>in</strong>ioni, hanno solamente lasciato <strong>in</strong> pubblico il nome loro perchè si<br />

<strong>di</strong>cono puritani, o agnelli senza macchia, ma non si sapendo ancora <strong>di</strong> che<br />

animo sieno 274 .<br />

Ubal<strong>di</strong>ni si sforza <strong>di</strong> tenere nei confronti <strong>di</strong> questa «loro religione» un<br />

atteggiamento il più obbiettivo possibile, limitandosi ad elencare, spiegare,<br />

riportare i fatti, senza considerazioni particolari, e questa obbiettività è<br />

valutabile proprio come atteggiamento <strong>di</strong>staccato, <strong>di</strong> chi cioè non è partecipe<br />

dei fatti raccontati.<br />

273 Ivi, pp. 684-685.<br />

274 Ivi, pp. 736-737.<br />

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