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Alle origini del mito letterario di Maria Stuarda in Italia

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Michieli riferisce «le cose <strong>del</strong>l’Isola e regno d’Inghilterra stimate <strong>in</strong><br />

questi tempi <strong>di</strong> tanto maggior importanza», <strong>di</strong>videndo la relazione <strong>in</strong> tre parti,<br />

<strong>in</strong> cui analizza la geografia, la società, l’economia, il governo, gli usi e i<br />

costumi, la religione e i rapporti <strong>di</strong> «Albion» con gli altri Stati, «universali»<br />

che normalmente si richiedevano come essenziali <strong>del</strong>le relazioni <strong>di</strong>plomatiche,<br />

particolarmente <strong>in</strong> quelle venete. Sebbene protagonisti <strong>di</strong> questa relazione siano<br />

Filippo II e l’«ar<strong>di</strong>ta e animosa» <strong>Maria</strong> Tudor, emerge <strong>in</strong> particolare la figura <strong>di</strong><br />

Elisabetta, o<strong>di</strong>ata dalla sorellastra per il suo «sangue bastardo» e opposta a<br />

<strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> nel «pericolo <strong>del</strong>la successione».<br />

Elisabetta «è d’uno spirito ed <strong>in</strong>gegno mirabile», «supera la reg<strong>in</strong>a nella<br />

cognizione <strong>del</strong>le l<strong>in</strong>gue», è «superba ed altiera», e nonostante l’illegittimità,<br />

che le è riconosciuta, si tiene «superba e gloriosa per il padre, al quale <strong>di</strong>cono<br />

che è anco più simile»; ha tanta «astuzia e giu<strong>di</strong>zio» che è <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e favorita<br />

pers<strong>in</strong>o dal re Filippo, il quale non volle permettere che venisse <strong>di</strong>seredata e<br />

<strong>di</strong>chiarata «bastarda, e conseguentemente <strong>in</strong>abile alla successione», perché,<br />

secondo Michieli, «oltra all’affezione, il re vi [ha] anco qualche particolare<br />

<strong>di</strong>segno» 80 .<br />

Il regno <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e Filippo era turbato dal problema <strong>del</strong>la successione. In<br />

assenza <strong>di</strong> ere<strong>di</strong> <strong>di</strong>retti, <strong>in</strong>fatti, due erano le pr<strong>in</strong>cipali opzioni per il futuro<br />

governo: da un lato Elisabetta, erede <strong>di</strong> sangue più prop<strong>in</strong>qua e designata da<br />

Enrico VIII nel suo testamento, sebbene considerata «<strong>in</strong>abile» dai parenti più<br />

prossimi, dall’altro <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong>, reg<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Scozia, e futura reg<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Francia.<br />

A costei, benchè pare che ripugni una legge municipale <strong>del</strong> regno, che<br />

proibisce che chi è nato fuori dall’Inghilterra, possa ere<strong>di</strong>tare cosa alcuna<br />

da quel regno, niente<strong>di</strong>meno quelli che la <strong>di</strong>fendono allegano contro la<br />

legge il medesimo che allegavano contro il testamento <strong>del</strong> re; che una<br />

legge municipale ancorché fosse vera (che <strong>in</strong> tutti la negano) non può <strong>in</strong><br />

successione <strong>di</strong> stati esser contrapposta alle leggi <strong>di</strong> natura; perché non si<br />

può, né per legge, né per testamento, né per donazione, né per alcuna<br />

sorte <strong>di</strong> patto o <strong>di</strong> convenzione, levare al successore il suo <strong>di</strong>ritto naturale<br />

costituito da Dio, eccetto che con la forza, ovvero quando l’erede fosse<br />

stato conosciuto, e condannato per ribelle e tra<strong>di</strong>tore, nel quale caso egli<br />

perderia tutta la sua ragione. E dato che la legge fosse valida, <strong>di</strong>cono che<br />

non fu fatta prima che seguisse il matrimonio <strong>di</strong> Margherita <strong>in</strong> Scozia,<br />

chi si <strong>di</strong>letta <strong>in</strong>tendere et pert<strong>in</strong>entemente <strong>di</strong>scorrere li negotii <strong>di</strong> stato [per Com<strong>in</strong>o Ventura],<br />

Nell'Academia <strong>Italia</strong>na <strong>di</strong> Colonia, l’Anno 1589.<br />

80 G. Michieli, Relazione <strong>di</strong> Inghilterra, cit., p. 328-331. Non ho consultato ma segnalo P.<br />

FRIEDMAN, Les Dépêches de Giovanni Michieli, ambassadeur de Venise en Angleterre pendant<br />

les années de 1554 à 1557, Venezia Imprimérie du Commerce, 1869.<br />

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