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206 E. RICHIAMI SULLE EQUAZIONI DIFFERENZIALI LINEARI<br />

Proposizione E.16 (Metodo dei coefficienti indeterminati). Sia a(t) polinomio in t a coefficienti complessi,<br />

α ∈ C. Si consideri l’equazione:<br />

Allora:<br />

y (n) + an−1y (n−1) + ... + a1y ′ + a0y = a(t)e αt .<br />

(1) se α non è radice del polinomio caratteristico dell’equazione omogenea, si ha per la non omogenea la<br />

soluzione c(t)e αt dove c è un polinomio dello stesso grado di a;<br />

(2) se α è radice del polinomio caratteristico dell’equazione omogenea di molteplic<strong>it</strong>à ν, si ha per la non<br />

omogenea la soluzione t ν c(t)e αt dove c è un polinomio dello stesso grado di a.<br />

Tali soluzioni sono uniche. I coefficienti del polinomio t ↦→ c(t) vengono determinati sulla base delle condizioni<br />

iniziali e sost<strong>it</strong>uendo nell’equazione data.<br />

Corollario E.17. Supponiamo di avere l’equazione<br />

y (n) + an−1y (n−1) + ... + a1y ′ + a0y = b(t).<br />

(1) supponiamo che b(t) sia un polinomio a coefficienti reali. Se 0 non è radice del polinomio caratteristico,<br />

cerchiamo come soluzione particolare xp(t) un polinomio dello stesso grado di b(t). Se invece 0 è radice<br />

del polinomio caratteristico di molteplic<strong>it</strong>à ν, cerchiamo come soluzione particolare xp(t) = t ν c(t) con<br />

c(t) polinomio dello stesso grado di b(t).<br />

(2) supponiamo che b(t) = a(t)e αt con α ∈ R, a(t) polinomio a coefficienti reali. Se α non è radice del<br />

polinomio caratteristico, cerchiamo come soluzione particolare xp(t) = c(t)e αt dove c(t) è un polinomio<br />

dello stesso grado di a(t). Se invece α è radice del polinomio caratteristico di molteplic<strong>it</strong>à ν, cerchiamo<br />

come soluzione particolare xp(t) = t ν c(t)e αt con c(t) polinomio dello stesso grado di a(t). Il caso<br />

precedente corrisponde alla scelta α = 0.<br />

(3) supponiamo che b(t) = a(t) cos βx oppure b(t) = a(t) sin βx con a(t) polinomio a coefficienti reali. Se iβ<br />

non è radice del polinomio caratteristico, cerchiamo come soluzione particolare xp(t) = c(t)(A cos βt +<br />

B sin βx) dove c(t) è un polinomio dello stesso grado di a(t). Se invece iβ è radice del polinomio<br />

caratteristico di molteplic<strong>it</strong>à ν, cerchiamo come soluzione particolare xp(t) = t ν c(t)(A cos βt+B sin βx)<br />

con c(t) polinomio dello stesso grado di a(t). Importante: anche se il termine b(t) contiene solo un<br />

coseno o solo un seno, la soluzione particolare va cercata contenente sia il seno sia il coseno.<br />

(4) supponiamo che b(t) = a(t)e αx cos βx oppure b(t) = a(t)e αx sin βx con a(t) polinomio a coefficienti<br />

reali. Se α + iβ non è radice del polinomio caratteristico, cerchiamo come soluzione particolare<br />

xp(t) = c(t)e αx (A cos βt + B sin βx) dove c(t) è un polinomio dello stesso grado di a(t). Se invece<br />

iβ è radice del polinomio caratteristico di molteplic<strong>it</strong>à ν, cerchiamo come soluzione particolare<br />

xp(t) = t ν c(t)e αx (A cos βt + B sin βx) con c(t) polinomio dello stesso grado di a(t). Importante:<br />

anche se il termine b(t) contiene solo un coseno o solo un seno, la soluzione particolare va cercata<br />

contenente sia il seno sia il coseno.<br />

Per determinare i coefficienti del polinomio c(t), e quindi la soluzione particolare xp(t), si pongono tali coefficienti<br />

pari a costanti e si sost<strong>it</strong>uisce l’espressione generica di xp(t) nell’equazione. Uguagliando i termini simili,<br />

si trovano alcune relazioni tra i coefficienti. I coefficienti che rimangono indeterminati possono essere posti<br />

uguali a zero.<br />

Osservazione E.18. Osserviamo che se h(t) = h1(t) + .... + hk(t) e xj(t) è soluzione di<br />

y (n) + an−1y (n−1) + ... + a1y ′ + a0y = hj(t)<br />

per ogni j = 1...k, allora x(t) = x1(t) + ... + xk(t) è soluzione di a¨x + b ˙x + cx(t) = h1(t) + ... + hk(t) = h(t).<br />

In altre parole, se il termine noto h(t) è una somma fin<strong>it</strong>a di funzioni, per trovare una soluzione dell’equazione<br />

di partenza è sufficiente trovare una soluzione di ciascuna equazione che si ottiene prendendo come termine<br />

noto ciascuno degli addendi, e poi sommare tutte queste soluzioni. Il metodo dei coefficienti indeterminati si<br />

può quindi applicare a termini noti b(t) che possano essere decomposti in somme fin<strong>it</strong>e delle funzioni viste in<br />

precedenza.<br />

Esempio E.19. Consideriamo l’equazione y ′′ + 2y ′ + y = sin(2t), y(0) = 1, y ′ (0) = 2. L’omogenea associata<br />

è y ′′ + 2y ′ + 1 = 0 di polinomio caratteristico λ 2 + 2λ + 1 = 0 che ha come unica radice λ = −1 di molteplic<strong>it</strong>à<br />

ν = 2. Possiamo scrivere sin 2t = (e i2t − e −i2t )/(2i) e studiare separatamente y ′′ + 2y ′ + 1 = e i2t /(2i) e<br />

y ′′ + 2y ′ + 1 = e i2t /(2i). Nel primo caso, si ha che il termine noto è della forma c(t)e αt con α = 2i e c(t) = 1/2i<br />

polinomio di grado zero, ovvero costante. Poiché α = 2i non è radice del polinomio caratteristico, si ha per<br />

l’equazione non omogenea y ′′ + 2y ′ + 1 = e i2t /(2i) una soluzione particolare del tipo c3e 2<strong>it</strong> con c3 ∈ C costante.

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