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CAPITOLO 9<br />
Lezione del giorno martedì 27 ottobre 2009 (1 ora)<br />
Massimi e minimi per funzioni di più variabili<br />
Osservazione 9.1. Siano X, Y normati, D ⊆ X aperto, f : D → Y una funzione, u ∈ X. Se per ogni<br />
x ∈ D esiste ∂uf(x), si può considerare la funzione ∂uf : D → Y che associa ad x l’elemento di Y dato da<br />
∂uf(x). A questo punto, fissato v ∈ X, ci si può chiedere se esista o meno ∂v(∂uf)(x) = ∂ 2 vuf(x).<br />
Richiamiamo la seguente:<br />
Definizione 9.2. Siano X, Y normati, D ⊆ X aperto, f : D → Y una funzione differenziabile in ogni punto<br />
di D. Resta defin<strong>it</strong>a una mappa df : D → L(X, Y ) defin<strong>it</strong>a da p ↦→ df(p). Essendo lo spazio L(X, Y ) normato,<br />
ha senso chiedersi se quest’applicazione sia a sua volta differenziabile come mappa tra spazi normati. In tal<br />
caso, il differenziale di df in p prende il nome di differenziale secondo di f in p e si indicherà con f ′′ (p), D 2 f(p)<br />
ecc. Si ha che D 2 f(p) ∈ L(X, L(X, Y )).<br />
Definizione 9.3. Siano X, Y, Z spazi normati su K (al sol<strong>it</strong>o K = R o C. Un’applicazione B : X × Y → Z<br />
si dice bilineare se per ogni x, x1, x2 ∈ X, y, y1, y2 ∈ Y , α, β ∈ K si ha:<br />
B(αx1 + βx2, y) = αB(x1, y) + βB(x2, y)<br />
B(x, αy1 + βy2) = αB(x, y1) + βB(x, y2),<br />
ovvero la funzione B è lineare in ciascun argomento.<br />
Il prodotto X × Y ered<strong>it</strong>a da X, Y una naturale struttura di spazio vettoriale normato:<br />
(1) le operazioni di somma e prodotto per scalari vengono esegu<strong>it</strong>e componente per componente:<br />
α(x1, y1) + β(x2, y2) = (αx1 + βx2, αy1 + βy2).<br />
(2) in perfetta analogia al caso R 2 , è possibile definire ciascuna di queste norme ((x, y) ∈ X × Y , p ≥ 1):<br />
(x, y)p|X×Y = (x p<br />
X + yp Y )1/p , (x, y)∞|X×Y = max{xX, yY }<br />
che risultano tra di loro tutte topologicamente equivalenti tra loro.<br />
Definiamo lo spazio delle forme bilineari e continue su X:<br />
L 2 (X × X, Y ) := {B : X × X → R bilineari e continue},<br />
dove su X × X si pone una qualunque delle norme tra loro topologicamente equivalenti illustrate in precedenza<br />
(norme topologicamente equivalenti rest<strong>it</strong>uiscono com’è noto la stessa nozione di continu<strong>it</strong>à).<br />
Proposizione 9.4. Siano X, Y spazi normati su K. Allora<br />
L(X, L(X, Y )) L 2 (X × X, Y )<br />
Osservazione 9.5. Supponiamo X = R n , Y = R, D aperto di X. Data f : D → R, il differenziale secondo<br />
in un punto è una mappa da R n allo spazio L(R n , R). Si è visto come lo spazio L(R n , R) sia isomorfo a R n ,<br />
pertanto il differenziale secondo di f è rappresentabile come una mappa lineare da R n a R n . Tutte le mappe<br />
lineari da R n a R n sono rappresentabili medianti matrici quadrate n × n a coefficienti reali. In defin<strong>it</strong>iva, fissato<br />
p ∈ D esiste una ed una sola matrice H ∈ Matn×n(R) tale che<br />
df(p)(h) (k) = 〈H h, k〉,<br />
dove a destra vi è l’usuale forma quadratica associata ad una matrice quadrata H applicata a due vettori<br />
h, k ∈ Rn (scriveremo anche H(h, k)). Tale matrice prende il nome di matrice hessiana di f in p e si indica con<br />
Hf(p) oppure D2f(p) o anche ∇2f(p), Hess f(p). Si ha<br />
⎛<br />
⎞<br />
Hess f(p) :=<br />
⎜<br />
⎝<br />
∂x1x1f(p) . . . ∂2 x1xn f(p)<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
∂2 xnx1f(p) . . . ∂2 xnxn f(p)<br />
35<br />
⎟<br />
⎠