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20. PRIMA PROVA IN ITINERE 95<br />

2. Vi è una simmetria rispetto all’asse x. Inoltre osserviamo<br />

che (3, 0) è max. ass. per la distanza dall’origine.<br />

Non vi sono punti di Γ a dx della retta x = 3. Attorno a<br />

tale punto non si ha un’esplic<strong>it</strong>azione y = y(x), però si ha<br />

un’esplic<strong>it</strong>azione x = x(y). Analogamente (1, 0) è massimo<br />

relativo per la distanza dall’origine, pertanto vicino a tale<br />

punto non vi sono punti a dx della retta x = 1, non si<br />

ha un’esplic<strong>it</strong>azione y = y(x), però si ha un’esplic<strong>it</strong>azione<br />

x = x(y).<br />

4. Studiamo ora il ramo corrispondente a ρ1. Poiché<br />

±π/2 ∈ dom(ρ1), si ha che tale ramo congiunge il punto<br />

(3, 0) (massima distanza dall’origine) con i punti (0, ±1) che<br />

sono le uniche due intersezioni di Γ con l’asse delle ascisse.<br />

Tale ramo deve inoltre essere tangente alle due rette<br />

passanti per (0, ±1) Inoltre non può intersercare il ramo di<br />

ρ2.<br />

3. Ricordiamo che il ramo corrispondente in coordinate polari<br />

a ρ2(θ) raggiunge la sua massima distanza dall’origine<br />

proprio in (1, 0) e poi agli estremi del dominio, ovvero per<br />

θ = ±π/3 tale ramo r<strong>it</strong>orna in 0. Inoltre si ha sempre che<br />

ρ2 ≤ ρ1. In figura sono riportate anche le due rette corripondenti<br />

ad un angolo di ±π/3 con l’asse delle ascisse.<br />

Sfruttando la simmetria rispetto all’asse delle ascisse ci si<br />

porta nella s<strong>it</strong>uazione indicata.<br />

5. Partendo dai punti (0, ±1), sappiamo che il ramo ρ1 deve<br />

r<strong>it</strong>ornare nell’origine perché agli estremi del dominio di ρ1<br />

si ha ρ1 = 0. Quindi si ha un cappio nell’origine, come ci si<br />

poteva attendere da ∇f(0, 0) = (0, 0).

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