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In figura:<br />

17. PREPARAZIONE ALLA PRIMA PROVA IN ITINERE 79<br />

quindi y = ±1. Poiché ∂xf(1, ±1) = 0, possiamo esplic<strong>it</strong>are la x in funzione della y in questi due<br />

punti.<br />

(f) si è visto che condizione necessaria per risolvere f(x, y) = 0 è che −1 ≤ y ≤ 0. Proviamo che tale<br />

condizione è anche sufficiente: Studiamo il segno dell’espressione h(v) − √ v per 2 < v < 16. La<br />

derivata di tale espressione è strettamente negativa, essa è pos<strong>it</strong>iva in 2, quindi si annulla in un<br />

unico punto. Come visto sopra, tale punto è 4. Quindi per 2 < v < 16 tutti i valori di h(v) sono<br />

accettabili.<br />

Se 0 < x < 4 allora esiste un unico v tale per cui h(v) = x, quindi per x0 ≥ 0 fissato l’equazione<br />

f(x0, y) = 0 ammette due soluzioni y simmetriche rispetto all’asse delle ascisse y = ± 1 − h2 (v).<br />

In generale, poiché h possiede un unico minimo assoluto in 2 ed è strettamente monotona in [0, 2]<br />

e [2, 16], per ogni −1 < x < 0 esistono al più due valori di v accettabili, quindi esistono al più<br />

quattro valori di y tali che f(x, y) = 0.<br />

(g) Cerchiamo i massimi di y2 vincolati a Γ. Si ha y2 = v − h2 (v). La derivata è 1 − 2h(v)h ′ (v) =<br />

5 3√ 2v2/3 − 2v − 3 · 22/3 3√ v + 1. Sappiamo che un estremale per y2 è raggiunto in x = −1/2 e vale<br />

0, quindi deve essere raggiunto per v = 1/4. Pertanto 1 − 2h(v)h ′ (v) è divisibile per v0 = 1/4.<br />

Poniamo p(v) = 5 3√ 2v2/3 − 2v − 3 · 22/3 3√ v + 1. Sappiamo che p(1/4) = 0. Posto v = 2t3 , si<br />

ottiene p(t) = −4t3 + <strong>10</strong>t2 − 6t + 1 e sappiamo che 1/4 = 2t3 è soluzione da cui t = 1/2. Quindi<br />

il polinomio p(t) è divisibile per t − 1/2. Eseguendo la divisione, si ottiene −2 + 8t − 4t2 , che<br />

ammette come soluzioni t = 1/2(2 ± √ 2), da cui si ricava v1 = 1/4(2 − √ 2) 3 , v2 = 1/4(2 + √ 2) 3 .<br />

Si ha x0 = h(v0) = −1/2, x1 = h(v1) = 1/2−1/ √ 2, x2 = h(v2) = 1/2+1/ √ 2. Poiché x2 > 0, esiste<br />

solo un y > 0 tale che f(x2, ±y) = 0. Si ha y + 2 = v2 − h2 <br />

(v2) = 17/4 + 3 √ 2 e y − 2 = −y+ 2 ,<br />

ed essi sono massimi assoluti per y2 vincolata a Γ.<br />

Per quanto riguarda v1, si ottiene y + 1 = v − h2 <br />

(v) = 17/4 − 3 √ 2 e y − 1 = −y+ 1 .<br />

Questo termina lo studio qual<strong>it</strong>ativo:<br />

(a) Γ è inscr<strong>it</strong>to nel quadrato<br />

<br />

Q := [−1, 4] × [− 17/4 + 3 √ <br />

2, 17/4 + 3 √ 2].<br />

(b) Se 0 < x < 4, abbiamo due rami simmetrici rispetto all’asse delle ascisse. Il ramo nel primo<br />

quadrante passa per (0, 3 √ 3/2), raggiunge il suo massimo nel punto 1/2 + 1/ √ <br />

2 e tale massimo<br />

vale 17/4 + 3 √ 2, poi decresce fino al punto (4, 0) dove si ricongiunge con il ramo simmetrico.<br />

Nel punto (4, 0) la tangente è verticale.<br />

(c) Se −1/2 ≤ x ≤ 0 abbiamo quattro rami, due a due simmetrici rispetto all’asse delle ascisse. I<br />

due rami a distanza maggiore dall’asse delle ascisse si ricongiungono ai rami del primo e quarto<br />

quadrante. I due rami più vicini all’asse delle ascisse passano per (−1/2, 0) e (0, 0) e raggiungono<br />

il massimo della loro distanza dall’asse x nel punto 1/2−1/ √ <br />

2 e tale massimo vale 17/4 − 3 √ 2.<br />

(d) Se −1 < x < −1/2 abbiamo quattro rami, due a due simmetrici rispetto all’asse delle ascisse. I<br />

due rami del secondo quadrante passano entrambi per il punto (−1, 1), uno di essi si congiunge<br />

al suo simmetrico nel punto (−1/2, 0), mentre l’altro si congiunge al ramo a distanza maggiore<br />

dall’asse delle ascisse defin<strong>it</strong>o per −1/2 < x < 0. Il comportamento dei rami del terzo quadrante<br />

è simmetrico.<br />

(1) le due rette oblique sono −x+ √ 3y = 9/2 e x+ √ 3y = −9/2, tangenti a Γ rispettivamente in (0, 3 √ 3/2)<br />

e (0, −3 √ 3/2).<br />

(2) le rette verticali da sinistra a destra sono:<br />

(a) x = −1, tangente a Γ nei punti (−1, ±1). Non vi sono punti di Γ a sinistra di tale retta.<br />

(b) x = −1/2, il punto (−1/2, 0) è una delle tre intersezioni di Γ con l’asse delle ascisse.<br />

(c) x = 1/2 − 1/ √ 2, essa passa per i punti di massimo assoluto dei due rami di Γ più vicini all’asse<br />

delle ascisse defin<strong>it</strong>i per −1/2 < x < 0. Essa interseca Γ nei punti (1/2 − 1/ √ <br />

2, ± 17/4 − 3 √ 2)<br />

(d) x = 0, interseca Γ in tre punti, uno è l’origine e gli altri sono (0, ±3 √ 3/2). A destra di tale retta<br />

l’insieme ha solo due rami.

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