04.06.2013 Views

pdf (it, 1477.913 KB, 1/26/10)

pdf (it, 1477.913 KB, 1/26/10)

pdf (it, 1477.913 KB, 1/26/10)

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

94 20. PRIMA PROVA IN ITINERE<br />

(3) Osserviamo che ∂yf(P3) = ∂yf(P4) = 0, quindi in questi punti il Teorema di Dini non è applicabile<br />

(la tangente a Γ è verticale). Invece si ha ∂yf(P1) = −∂yf(P2) = 0 e quindi per il Teorema di Dini<br />

esistono ϕ1 e ϕ2 con le proprietà richieste. Si ha che ϕ ′ 1(0) e ϕ ′ 2(0) sono i coefficienti angolari delle<br />

tangenti a Γ rispettivamente in P1 e P2, ovvero ϕ ′ 1(0) = −ϕ ′ 2(0) = 2.<br />

(4) Si ha h(x, y) ≥ 0 e l’uguaglianza vale solo nell’origine. Quindi l’origine è l’unico minimo assoluto<br />

per h. Inoltre essa appartiene a Γ, quindi è l’unico minimo assoluto vincolato e h(0, 0) = 0. Studiamo<br />

i massimi e minimi vincolati di h su Γ1 e su Γ2 separatamente. In coordinate polari si ha che<br />

h(ρ cos θ, ρ sin θ) = ρ, Γ1 è dato 2 da ρ1(θ) = 2 cos θ + 1, ρ1 ≥ 0 e Γ2 è dato da ρ2(θ) = 2 cos θ − 1,<br />

ρ2 ≥ 0. Individuiamo il dominio in cui sono defin<strong>it</strong>e ρ1 e ρ2 alla luce della condizione ρ ≥ 0. Si ha che<br />

ρ1 è defin<strong>it</strong>o per cos θ > −1/2, quindi θ ∈ dom(ρ1) := [0, 2π/3] ∪ [4π/3, 2π], mentre ρ2 è defin<strong>it</strong>a per<br />

cos θ > 1/2, quindi dom(ρ2) := θ ∈ [0, π/3] ∪ [5/3π, 2π].<br />

Se si sceglie di parametrizzare θ tra −π e π (è assolutamente la stessa cosa), si ottiene dom(ρ1) :=<br />

[−2π/3, 2π/3] e dom(ρ2) := [−π/3, π/3]. Questa scelta che, ribadiamo, è perfettamente equivalente al<br />

parametrizzare θ tra 0 e 2π, presenta il vantaggio permettere una scr<strong>it</strong>tura più semplice.<br />

Si tratta di studiare i massimi e minimi delle funzioni ρ1 e ρ2 sotto i vincoli ρ1, ρ2 ≥ 0, ovvero rispettivamente<br />

in dom(ρ1) e in dom(ρ2). Cominciamo con lo studiare tale funzioni nell’interno dei domini in<br />

cui sono defin<strong>it</strong>e. Si ha ρ ′ 1(θ) = ρ ′ 2(θ) = −2 sin θ. Si ha ρ ′ 1(θ) = ρ ′ 2(θ) ≤ 0 per 0 < θ < π e l’uguaglianza<br />

vale per θ ∈ {0, π}.<br />

Osserviamo che π /∈ dom(ρ1) e π /∈ dom(ρ2), quindi π non è un valore accettabile: infatti si ha<br />

ρ1(π) = −1 e ρ2(π) = −3 non accettabile alla luce della condizione ρ1 ≥ 0 e ρ2 ≥ 0.<br />

Per quanto riguarda 0, calcoliamo ρ ′′<br />

1(θ) = ρ ′′<br />

2(θ) = −2 cos θ e ρ ′′<br />

1(0) = ρ ′′<br />

2(0) = −2 < 0, quindi si ha<br />

che ρ1(0) = 3 accettabile e massimo relativo, ρ2(0) = 1 accettabile massimo relativo.<br />

Rimangono da studiare i punti sulla frontiera dei domini: si ha ρ1(±2π/3) = ρ1(4π/3) = ρ2(±π/3) =<br />

ρ2(5π/3) = 0. Tutti questi punti corrispondono quindi in coordinate cartesiane all’origine (ρ = 0 caratterizza<br />

l’origine) pertanto si ottiene nuovamente che l’origine è minimo assoluto. Il massimo assoluto è<br />

raggiunto nel punto corrispondente a ρM = ρ1(0) e θM = 0, quindi è (ρM cos θM , ρM sin θM ) = (3, 0) e<br />

vale h(3, 0) = 3, l’altro massimo relativo è raggiunto nel punto corrispondente a ρm = ρ1(0) e θm = 0,<br />

quindi è (ρm cos θm, ρm sin θm) = (1, 0) e vale h(1, 0) = 1.<br />

L’insieme Γ è chiuso perché f è continua e si è appena visto che è lim<strong>it</strong>ato perché contenuto nella palla<br />

chiusa centrata nell’origine e di raggio 3, quindi è compatto.<br />

(5) Vogliamo ora dare un’idea dell’andamento qual<strong>it</strong>ativo.<br />

1. Ecco la s<strong>it</strong>uazione iniziale con i punti e le tangenti finora<br />

trovate.<br />

2 Qui risulta fondamentale l’aver correttamente individuato i due rami e il richiedere comunque ρ ≥ 0.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!