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CAPITOLO 8<br />
Lezione del giorno giovedì 22 ottobre 2009 (2 ore)<br />
Differenziali per funzioni di più variabili<br />
Proposizione 8.1 (Continu<strong>it</strong>à di applicazioni lineari tra spazi normati). Siano X, Y spazi normati. T :<br />
X → Y applicazione lineare. Allora T è continua se e solo se esiste ℓ > 0 tale che:<br />
T xY ≤ ℓxX.<br />
Inoltre la minima costante ℓ per cui tale disuguaglianza vale è:<br />
ℓ = sup{T xY : xX ≤ 1} = sup{T xY : xX = 1}.<br />
Tale costante si indica anche con T L.<br />
Denotato con L(X, Y ) lo spazio delle funzioni lineari e continue da X in Y , si ha che lo spazio (L(X, Y ), · L)<br />
è normato.<br />
Definizione 8.2 (Derivata direzionale). Siano X e Y due R-spazi normati, D aperto di X, f : D → Y una<br />
funzione, u ∈ X un vettore di X tale che uX = 1. Sia p ∈ X e supponiamo che esista il seguente lim<strong>it</strong>e:<br />
f(p + tu) − f(p)<br />
lim<br />
=: v ∈ Y.<br />
t→0,t=0 t<br />
Allora v prende il nome di derivata di f in p nella direzione u e si indica con uno dei seguenti simboli:<br />
v = ∂f<br />
∂u (p) = Duf(p) = ∂uf(p).<br />
Se X = R n e u = ei è l’i-esimo vettore della base canonica, allora Deif(p) = Dif(p) è l’i-esima derivata parziale<br />
di f in p. Se una funzione è assegnata mediante le sue coordinate, le sue derivate parziali si calcolano derivando<br />
rispetto alla variabile voluta, trattando le altre come se fossero costanti.<br />
Definizione 8.3 (Differenziale). Siano X e Y due R-spazi normati, D aperto di X, p ∈ D, f : D → Y una<br />
funzione. Sia T : X → Y lineare e continua. Diremo che f è differenziabile in p e che il differenziale di f in p è<br />
T se vale:<br />
f(x) − f(p) − T (x − p)Y<br />
lim<br />
= 0.<br />
x→p x − pX<br />
Il differenziale di f in p se esiste è unico e si indica con T = f ′ (p) = Df(p), inoltre se f è differenziabile in p<br />
allora è continua in p. Si ha Df(p)u = ∂uf(p) ∈ Y .<br />
Osservazione 8.4. Se X = Rn , Y = Rm , il differenziale in p è un’applicazione lineare da Rn a Rm . Le<br />
applicazioni lineari tra spazi di dimensione fin<strong>it</strong>a sono sempre continue (il che non è vero in generale se X, Y<br />
hanno dimensione infin<strong>it</strong>a). Lo spazio delle funzioni lineari da Rn in Rm è isomorfo allo spazio delle matrici<br />
Matn×m(R) a coefficienti reali.<br />
Se f : Rn → Rm è differenziabile in p, al differenziale corrisponde pertanto una matrice n × m, detta matrice<br />
Jacobiana di f = (f1, ..., fm) e di ha:<br />
⎛<br />
⎞<br />
Jac f(p) :=<br />
⎜<br />
⎝<br />
∂x1f1(p)<br />
.<br />
.<br />
. . . ∂xnf1(p)<br />
.<br />
.<br />
∂xnfm(p) . . . ∂xnfm(p)<br />
Se v = (v1, ..., vm) si ha allora<br />
⎛<br />
⎜<br />
df(p)(v) = Jac f(p)(v) = ⎝<br />
∂x1f1(p)<br />
.<br />
. . . ∂xnf1(p)<br />
.<br />
⎞ ⎛<br />
⎟ ⎜<br />
⎠ ⎝<br />
∂xnfm(p) . . . ∂xnfm(p)<br />
29<br />
⎟<br />
⎠ .<br />
v1<br />
.<br />
vm<br />
⎞<br />
⎟<br />
⎠ .