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Nell’ultimo decennio è stata osservata una progressivariduzione dei tempi di permanenza e delle dimensionidei chiari, con conseguente minaccia per lasopravvivenza di flora e fauna che li abitano.Per studiare specifiche contromisure al fenomeno osservato,nell’ambito di una collaborazione fra AFgtc eLega Ambiente Valdera (gestore dell’Oasi), è statoorganizzato ed eseguito uno studio idrogeologico didettaglio esteso nell’arco di un anno idrologico.Risultati e valutazioni, hanno consentito di produrreun modello concettuale della circolazione idrica sotterraneae superficiale dell’area, che costituirà la baseper una modellazione numerica quantitativa, indispensabileper progettare e quantificare le contromisurecollaudandole preventivamente in modo«virtuale».Inquadramento idrogeologico dell’area e cennipaleogeograficiLa pianura Bientinese (figura 1) può considerarsi, inprima approssimazione, fin da epoca Pleistocenica,come l’ultimo tratto della valle del fiume Serchio,quando questo (fino ad epoca medievale) confluiva,almeno parzialmente ed occasionalmente, in Arno.Come la maggior parte della pianura di Pisa, l’area èstata interessata dalle trasgressioni marine, chel’hanno a tratti trasformata in un vasto golfo di maresottile (Sinus Pisanus) che ha occupato a più riprese,sin dal Pliocene Superiore, l’intera pianura pisana finoltre l’attuale abitato di Pontedera.Dal termine dell’ultima glaciazione, circa 14000 annifa, fino all’età etrusca, il fiume Auser (il Serchio deglietruschi e dei romani), che non tagliava ancora versoil mare attraverso la soglia di Ripafratta, correva lungola piana ad est del Monte Pisano, ma la sua confluenzain Arno veniva progressivamente ostacolatadal sovralluvionamento generato dall’Arno stesso.L’Arno, infatti, correva pensile, sbarrando sia il proprioaffluente Auser, che tendeva quindi a tracimareda Ripafratta, sia l’ultimo tratto, pianeggiante, dellasua valle, che si impaludava e rimaneva sommersosempre più a lungo.Il Lago di Bientina si è quindi originato come lago disbarramento da sovralluvionamento, ad opera dell’Arno,occupando dall’epoca etrusca fino al diciottesimosecolo l’area morfologicamente depressa tra i rilievidel Monte Pisano ad ovest e delle Cerbaie ad est.Probabilmente sin da epoca romana, e sicuramenteda epoca tardo medievale, vari raggruppamenti diFigura 1: Ubicazione dell’area di studio.umani hanno tentato, di volta in volta, di alzare o abbassareartificialmente il livello del lago, sia per finiagronomici che di navigabilità, che politici e militari(l’area era al punto triplo di confine tra territorio pisano,lucchese e fiorentino, e più volte lo stratega diturno ha cercato di usare il lago per affogare «il nemico»fosse esso assediato o assediante).gli autori1 AF Geoscience and TechnologyConsulting s.r.l. Campo (PI)afconsulting@afgtc.com2 Libera professionista Volterra (PI)robertach@interfree.it3 Borsista Heriot-Watt University(Edinburgh) matteo.lupi@email.it* autore per corrispondenza10

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