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Tabella 5: Mammiferi di interesse conservazionistico presenti nel sito.SpecieNomeitalianoDirettiva92/43/CEE(Allegato)LR 56/2000(All.to)L.R.3/94Lista di attenzioneR.E.N.A.T.O.(Status in Toscana)Martes martes Martora V A2 P* In pericolo (*)Mustela Puzzola V A2 P* In pericolo (*)putoriusHystrix cristata Istrice IV* PMuscardinusavellanariusMoscardino IV A2 P A più basso rischioLegenda lista di attenzioneIV = specie animali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa. IV* = specie prioritaria. V = specieanimali di interesse comunitario «il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbe formare oggetto di misuredi gestione». A2 = specie animali di interesse regionale la cui conservazione può richiedere la designazione di Sitidi Importanza Regionale (SIR). P = specie protette. P* = specie particolarmente protette. (*) = specie segnalata nel volume«La Biodiversità in Toscana. Specie e habitat in pericolo».Aspetti geo-mineralogiciL’area in studio è caratterizzata da notevoli affioramentidi serpentiniti dalla costa fino alla cima delMonte Pelato, interrotti nella parte centrale dai sedimentidel Cretaceo inferiore consistenti in argilloscistie calcari silicei «Palombini», e da quelli del Cretaceosuperiore formati da argilloscisti varicolori delFortulla e dal Flysch di Poggio S. Quirico del Paleocenemedio [5]. In queste formazioni, sul Botro Fortullasi ha un’esposizione di una piega tettonica di notevolebellezza. Nell’area di studio sono presenti anchelimitati affioramenti di diabase e gabbro. Nella partenord del SIR, si trova inoltre un modesto, ma moltointeressante, affioramento di idrotermaliti, rocce originatedalla profonda alterazione di ofioliti, caratteristicheper la presenza di numerosi filoncelli di calcitee quarzo distribuiti nella massa rocciosa con andamentocaotico.Degne di nota sono le formazioni di travertino neipressi di Occhibolleri e lungo il corso di vari torrenti.L’erosione del substrato umifero e l’esposizione aiventi impedisce lo sviluppo vegetazionale se non informe di gariga in ampie zone del Monte Pelato, permettendouna notevole esposizione delle rocce. L’areadel Monte Pelato è quella con la più ampia esposizionerocciosa naturale dei Monti livornesi.Sul versante occidentale sono state aperte in passatovarie trincee, pozzi, cave e gallerie per la ricerca e l’estrazionedella magnesite e di ossidi di manganese.Le più note sono la miniera di ferro di Macchia Escarfullina,le miniere di magnesite di Campolecciano,Castiglioncello e Macchia Escarfullina, e le cave,sempre di magnesite di Botro Masaccio, Mammellone,Santa Barbara e Speranza. Questi giacimenti, chele cave e le gallerie sono andate ad intercettare, sonodi tipo filoniano e sono dovuti all’azione idrotermaledi acque particolarmente ricche di anidride carbonica,risalite lungo le faglie correlate ai filoni. L’ipotesidella genesi idrotermale trova riscontro anche nellapresenza delle sorgenti termali ancora attive, ricchedi anidride carbonica, di Occhibolleri e Padula a nordovest di Monte Pelato e di grande interesse naturalistico.Tracce di trincee per l’estrazione di ossidi dimanganese si trovano nella zona di Campolecciano[6], inoltre a poche decine di metri dalla sommità diMonte Pelato è stata individuata di recente, una piccolagalleria, lunga circa 20 m, scavata nel serpentino.Sono ancora in corso indagini per stabilire lo scopodella sua escavazione. Potrebbe trattarsi di un tentativodi ricerca di minerali di rame data la presenzadi malachite e azzurrite nelle vicinanze.In relazione alla modesta entità dell’area in studio,notevole è il numero delle specie e delle varietà mineralogichepresenti [7], oltre trenta, alcune dellequali individuate di recente, ancora in fase di studio24

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