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una bellissima cuspide di freccia in diaspro in rosso,rinvenuta negli anni sessanta del secolo scorso, semprea Case San Quirico [10]. Il reperto è associabilealle attività di caccia praticate nella selva locale.Di eccezionale importanza, la necropoli etrusca databilefra gli inizi del III e la fine del II a. C. scoperta aPian dei Lupi, non distante dall’antica strada di crinaledelle «Serre». La necropoli ha restituito oltre 70sepolture, per la maggior parte a pozzetto, ma anchea cassetta, a testimonianza di pratiche rituali di incinerazionee inumazione. I corredi sono composti dasuppellettili in ceramica sia acroma che a vernice nera,e da oggetti in ferro e bronzo e da ornamenti in argentoe oro che rivelano la presenza di un ceto aristocraticoche traeva la sua ricchezza dall’agricoltura edal commercio delle derrate pregiate ivi prodotte[11]. Di non minore importanza la fortezza d’alturadi Monte Carvoli, sempre di epoca etrusca, che conservaancora parte delle possenti mura disposte sudue livelli. La cinta inferiore (a quota 310 m s.l.m.),realizzata in blocchi di serpentinite irregolari, sovrappostia secco, ha uno spessore di 1,5 m ed è visibileper una lunghezza di circa 465 m. La cinta superiore(a quota 350 m s.l.m), realizzata in conci squadrati,è lunga 167 m e racchiude un’area di 1500 mq.La frequentazione umana in epoca romana è al momentotestimoniata da resti di laterizi e scarsi frammentidi vasellame, in località Poggio al Tedesco, LeSpianate e presso le sorgenti ipotermali di Occhibollerie Padula. In quest’ultima località furono rinvenuti,nella seconda metà dell’Ottocento, abbondanti reperticostituiti da vasi, utensili e numerose monete dietà romana, che attesterebbero una frequentazionedella sorgente per scopi termali [12]. Al medioevopotrebbe essere riconducibile la presenza della chiesadi S. Giusto di Monteremo, di cui si è persa ognitraccia, ubicata secondo Virgili ad ovest del PoggioS. Quirico, non distante dal torrente Fortulla [13].Per quanto concerne l’Età moderna una rappresentazionedel territorio in esame è fornita dal plantarioallegato all’Estimo di Castelnuovo della Misericordia(1795) dove compaiono interessanti toponimi derivatidal sistema di vita dell’epoca, ora legati all’economiadel bosco (Porcareccia di S. Quirico alto, Carbonaiadei Cerri Bianchi, Piazza di Mattiolo, etc.) ora allapresenza di sorgenti di acque «minerali» (del Crocino,di Occhibolleri) [14]. All’età contemporanea risaleil «Muraglione», possente diga costruita intornoalla metà dell’Ottocento nell’alta valle del Fortullaper raccogliere riserve d’acqua necessaria al funzionamentodi alcuni mulini posti più a valle [15].ConclusioniL’indagine di campagna ha confermato il pregio ambientalee naturalistico dell’area, rafforzando quantoriportato nella bibliografia di riferimento. Sono stateindividuate emergenze geo-mineralogiche e nuovihabitat ed è stato implementato l’elenco delle specieanimali e vegetali di interesse regionale presenti nelSIR. Visto l’elevato valore delle componenti ecosistematichein gioco, considerata l’ampiezza dell’area distudio e le testimonianze storico culturali che l’uomovi ha lasciato in passato, è auspicabile che a questaindagine «preliminare» segua una ricerca multidisciplinarepiù approfondita, così da definire in manieraancor più esaustiva il quadro ecologico delle conoscenzeed il ruolo che le componenti biologiche edantropiche rivestono nella strutturazione del paesaggio.Tali conoscenze ci appaiono indispensabili perorientare correttamente le scelte gestionali dell’area,così da garantire un adeguato livello di protezionee, di conseguenza, il mantenimento di un’elevatasoglia di biodiversità.RingraziamentiL’implementazione dei dati censuari sulle specie diinteresse regionale o comunitario è stata condottacon il contributo di persone di fiducia, che qui ringraziamoe rammentiamo:Dott. Carlo Baldacci (Gruppo Ornitologico, Mus. Stor.Nat. di Rosignano Solvay): comunicazione scritta.Dott. Mairo Mannocci, Sig. Bruno Quochi (GruppoBotanico Livornese e Gruppo Italiano per la Ricercasulle Orchidee Spontanee, Mus. Stor. Nat. del Mediterraneodi Livorno): comunicazione scrittaDott. Alessandro Voliani (ARPAT - Livorno).Bibliografia[1] R. Branchetti, Relazione per la valutazione diincidenza sui siti di interesse regionale: «ZPS Tombolidi Cecina» e «SIR Monte Pelato». Comune diRosignano Marittimo: 2007.[2] L. Zocco Pisana, P.E. Tomei, Contributo allaconoscenza della flora livornese: gli affioramentiserpentinicoli di Monte Pelato e Poggio alle Fate.Quad. Mus. Stor. Nat. Livorno 1990, 11: 1.[3] Regione Toscana, La Biodiversità in Toscana.Specie e habitat in pericolo, 2002.28

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