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Il biomonitoraggio degli inquinanti atmosferici: il caso dell’ozononelle grandi aree urbane, poichè l’abbattimento diquesto inquinante risulta più elevato laddove l’emissionedi ossido d’azoto è più alta [3].L’introduzione dell’uso del kit miniaturizzato di germinellidi tabacco cv. Bel-W3 e Bel-B ha permesso diampliare ulteriormente le aree (anche remote) monitorate,rispetto a quanto consentito dal monitoraggioconvenzionale, ma anche da quello biologicocondotto con piante adulte. Un esempio è fornito dallacampagna condotta in Toscana, dove sono state indagateben sette province, riscontrando la presenzadi O 3fitotossico anche nelle piccole isole di Capraia eGorgona, le cui fonti locali di precursori dell’inquinantesono minime [17].Ogni anno, dal 1996, talee dei due cloni di trifogliovengono esposte in aria ambiente, secondo un protocollocomune a 32 gruppi di ricerca presenti in tuttaEuropa e in Nord America. La figura 5 illustra la relazionetra il rapporto tra la biomassa epigea di NC-Ssu quella di NC-R e l’AOT40. Le migliori correlazionitra l’esposizione all’O 3e il rapporto NC-S su NC-R sonostate evidenziate analizzando dati provenienti dacampionamenti per anni successivi in singole postazioni,piuttosto che da zone diverse, ed utilizzando ladose dell’inquinante effettivamente assorbita dallafoglia. Un metodo basato sull’uso delle mini-stazionidi trifoglio è stato sviluppato con successo da ungruppo di ricerca romano [18].Figura 5: Associazione tra il rapporto della biomassaepigea di NC-S e quella di NC-R di trifoglio biancoe l’AOT40 nel periodo 1997-2006 a Pisa; le lineetratteggiate indicano gli intervalli di confidenza (P≤0,05) (y = 9,03e -1 - 2,69e -5 x, R 2 = 0,55).Il biomonitoraggio dell’ozono nei programmi dieducazione ambientaleIn Italia, dopo la nascita nel 1986 del Ministero dell’Ambiente,sono state intraprese intese istituzionaliper il coordinamento delle iniziative nel campo dell’educazioneambientale. La stessa legge istitutivadel Ministero stabilisce l’esigenza di sensibilizzarel’opinione pubblica su queste problematiche, ancheattraverso la scuola e di concerto con il Ministerodella Pubblica Istruzione. L’ultimo protocollo di collaborazionetra i due Ministeri tende a favorire unacorretta conoscenza di questa tematica nel mondoscolastico e un comportamento responsabile e attivoverso il comune patrimonio ambientale. Il Ministerodell’Ambiente ha, inoltre, avviato Programmi Triennalidi Tutela Ambientale e il programma INFEA(INformazione Formazione Educazione Ambientale)un progetto coordinato di interventi nei settoridell’informazione e dell’educazione ambientale, checostituiscono strumenti operativi indispensabili peroperare i processi di cambiamento nell’ambito dellasostenibilità dello sviluppo, così come indicato nell’AgendaXXI sottoscritta a Rio de Janeiro nel 1992.In realtà, l’educazione ambientale è un settore di studipedagogici e di pratiche di intervento piuttosto recente.Secondo il concetto che «più si è informati epiù ci si comporta responsabilmente», l’obiettivo èquello di creare una sensibilità verso i problemi delpianeta che, come dice con uno slogan molto fortunato«non è nostro, ma lo abbiamo avuto in prestito dainostri figli».Sulla scia del progetto INFEA sono nati centri di formazionein tutta Italia, l’obiettivo comune dei quali èavvicinare il mondo scolastico (ma non solo) all’ambienteed introdurlo attraverso un’attiva partecipazionedegli alunni alle problematiche connesse. Sonoampiamente noti programmi di lavoro, in cui glistudenti partecipano ad attività sperimentali volte ascoprire le strette relazioni tra attività umane e mutamenticlimatici.In Italia sono stati compiuti alcuni studi pilota, chehanno coinvolto numerose scuole impegnate nel delinearela distribuzione dell’O 3attraverso l’utilizzo dipiante indicatrici [19, 20], rappresentando un vero casodi problem-solving. Così, sotto la supervisione deiloro insegnanti, migliaia di allievi (dai 6 ai 18 anni)hanno avuto l’occasione di intraprendere un camminomultidisciplinare in grado di integrare studi di naturabiologica, chimica, ecologia, geografia, oltre ad elaborazionidi dati con tecniche di geostatistica (figura 6).135

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