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Figura 3: Ingrandimento dei ramuli dell’alga fotografatalungo le coste livornesi.numero di specie e quindi la diversità della comunitàinvasa. Ciò può avvenire anche su fondali rocciosiin comunità macroalgali ad elevata biodiversità.A Cipro, ad esempio, in circa sei anni tale alga èriuscita a soppiantare completamente la comunità aPosidonia oceanica (L.) Delile, formando degli aggregatimolto densi che coprono completamente ilfondale [16]. C. racemosa interagendo con il phytobenthospuò causare delle variazioni nell’abbondanzae nella struttura dei popolamenti macrobentonicidi fondi mobili che vivono immediatamente al di sottodi esso. In uno studio sull’impatto dell’alga sulbenthos di fondi molli nell’area di Cipro da Argyrou[8], ad esempio, è stata evidenziata una proliferazionedella componente macrozoobentonica a policheti,a bivalvi ed echinodermi a scapito di una riduzionedella componente a crostacei e gasteropodi. Taleimpatto può avere conseguenze devastanti ancheper l’uomo visto che un’alterazione delle reti trofichecorrelate al macrozoobenthos può tradursi inuna riduzione dell’abbondanza delle specie ittiche diinteresse commerciale che si nutrono di organismimacrobentonici.ConclusioniIl cambiamento delle temperature del mare ed in particolarel’attenuazione delle basse temperature invernaliha permesso l’insediamento e la proliferazione diquesta specie invasiva a testimonianza concreta delriscaldamento del nostro mare. La sopravvivenza diquesta specie e quindi la sua proliferazione nel MarMediterraneo avviene, infatti, non grazie ad un aumentodei valori massimi di temperatura che si verificanotipicamente al termine della stagione estiva, mapiuttosto a causa dell’attenuazione delle rigide temperatureinvernali. Il ciclo annuale dell’alga prevedeche essa con l’inizio della primavera e con l’aumentodelle temperature del mare (aprile-maggio), inizi asvilupparsi ed a proliferare raggiungendo la sua massimarigogliosità in concomitanza dei picchi di temperaturache si verificano tipicamente alla fine dellastagione estiva (ottobre-novembre). Questa fase checorrisponde anche al periodo di massima diffusionesi attua prevalentemente grazie alla riproduzione vegetativala quale avviene con la formazione di stoloniindipendenti (lo stolone si ramifica e dopo alcuni mesimuore nel punto di ramificazione, generando duetalli separati) che consente una rapida colonizzazionedel substrato. Questo periodo si alterna a quello diriposo vegetativo che va da dicembre a maggio, periodonel quale essa adotta delle forme di sopravvivenzache gli consentono di sopportare le rigide temperatureinvernali. Da dicembre a maggio diminuiscono,infatti, la copertura e la biomassa dell’alga chespesso riduce o elimina del tutto i ramuli mantenendosoltanto gli stoloni che riescono a sopravvivere finoall’estate successiva ed a riprendere lo sviluppovegetativo. È proprio l’innalzamento delle rigide temperatureinvernali attribuibile al cambiamento climaticoglobale che ha consentito, congiuntamente aduna fase di resistenza e di risparmio energetico attuatadall’alga, l’instaurarsi di popolazioni stabili di questaspecie. Tali popolazioni, essendo in pratica permanenti,non consentono ai popolamenti macroalgalinativi ed agli altri popolamenti invasi di ripristinare lastruttura originaria approfittando di un periodo di recessionedella specie alloctona. Anzi, le alterazioniprovocate da questa specie, risultano potenziate nellastagione successiva.RingraziamentiDesidero ringraziare L. Piazzi dell’Università deglistudi di Pisa per i preziosi consigli scientifici.Bibliografia[1] E. Sanford, Science 1999, 283: 2095-2097.[2] O. Petchey, L. McPhearson, P.T. Casey, P.J.Morin, Nature 1999, 402:69-72.246

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