13.07.2015 Views

73McpBhEE

73McpBhEE

73McpBhEE

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

7 / Sez. ScientificaRapida panoramica sullo sviluppodelle conoscenze geologiche nella provinciadi Livorno e dintorni dalla metà del secolo XXRenzo MazzantiParole chiave: geologia, Toscana, tettonica, stratigrafiaIl presente lavoro si propone di fornire un breve quadro di sintesi delle conoscenze sulla geologia toscanamaturate in quasi un secolo di studi evidenziando i progressi ottenuti grazie all’introduzione dellemoderne tecniche di prospezione e di indagine di laboratorio e anche grazie ad una attenta e condivisaricerca dei meccanismi tettonici alla base della evoluzione geologica toscana.Negli anni Trenta entrarono in crisi le teorieche spiegavano gli ingenti movimenti tangenzialinecessari alla formazione delle pieghe edelle falde di ricoprimento (talora estese su centinaiadi km 2 ) con la necessità di ammettere che porzioni dicrosta terrestre ad esse sottostanti avessero la possibilitàdi scorrere per «spingere a tergo» le falde stesse,secondo il modello classico introdotto da M.Bertrandnel 1884 per le Alpi Svizzere e reso famoso daE.Argand nel 1916 specialmente per la struttura ditutte le Alpi, veduta come conseguenza della strettain una gigantesca morsa fra il continente Paleoeuropeoe quello Paleoafricano. Infatti, nuove conoscenzesull’interpretazione delle ‘onde sismiche’ hannomostrato, in quegli anni, l’esistenza di una litosferasuperficiale e a comportamento d’insieme rigido chesi estende come una «crosta» su tutto il globo terrestrepur avendo composizione diversa e maggiorespessore sui continenti e minore sugli oceani. Secondoquesto nuovo modo di vedere, le «zattere» continentali(in seguito dette «placche»), trovandosi a galleggiarein un fondo oceanico rigido, «pietrificato»,non sarebbero libere di andare alla deriva (come indicatonel 1912 dalla teoria di A.L. Wegener pienamenteaccettata da E. Argand); veniva così a caderela spiegazione di quelle forze che avrebbero «spintoa tergo» le falde nei loro movimenti di «carreggiamento»anche su distanze lunghissime. Altra notevoledifficoltà riguardava come una «vis a tergo» potessetrasmettersi dalle radici alle fronti delle falde attraversomateriali di scarsa rigidità, come nel caso dimolte delle falde riconosciute nell’Appennino Settentrionalefin dal 1907 in due lavori, contemporanei maindipendenti, eseguiti da G. Steinrnann e da L. DeLaunay. Fra gli studiosi di tettonica degli anni Trentaha trovato così sempre maggiore interesse la teoriadegli «scivolamenti gravitativi» per la quale il carreggiamentodelle falde sarebbe dovuto in prevalenza alloro stesso peso quando fossero venute a trovarsi supiani inclinati dovuti a differenze di sollevamento delsubstrato. Nel 1952 G.Merla, ordinario di Geologia ePaleontologia a Firenze, pubblicava la prima vera epropria sintesi completa sull’Appennino Settentrionaledopo quella di B.Lotti, uno dei maggiori geologirilevatori di campagna del Servizio Geologico d’Italiaal quale si deve la I Edizione in scala 1:100.000 delFoglio IlI-Livorno, uscita nel 1884. Nella sintesi diG.Merla la «Serie Toscana» è considerata autoctonal’autoreMuseo di Storia Naturaledi Rosignano Solvay61

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!